In onore di Valerio Cianfarani Soprintendente alle Antichità degli Abruzzi e del Molise
Testi curati da Emanuela Ceccaroni Amalia Faustoferri Andrea Pessina
La vita
Valerio Cianfarani si laurea in archeologia nel 1934 a Roma.
Durante la guerra, lavora presso la Soprintendenza di Taranto. Si prodiga per il salvataggio degli ori di Taranto e ne cura il trasferimento in una località segreta.
Partecipa all’ Unione italiana delle antichità e belle arti delle biblioteche e degli archivi, un’organizzazione clandestina per la salvaguardia del patrimonio culturale della Nazione.
Il 16 ottobre 1947 arriva a Chieti con l’incarico di reggente della Soprintendenza delle Antichità degli Abruzzi e Molise, carica che diventa ufficiale e che mantiene fino al 1973.
Riprende le indagini archeologiche sul territorio e inizia una instancabile ricerca delle testimonianze lasciate dalle antiche genti italiane sul territorio abruzzese.
Cianfarani riteneva che l’Abruzzo, per entrare a pieno titolo nella storia dell’archeologia aveva bisogno di un museo statale centrale rispetto al territorio e non tanti piccoli musei locali. Doveva essere il fulcro di interessi scientifici nazionali e internazionali.
Ma quelli erano tempi difficili, si stava uscendo dal secondo conflitto mondiale e tutte le risorse economiche andavano alla ricostruzione di case e scuole. Edificare un museo non era tra le priorità delle amministrazioni dell’epoca.
Si riesce comunque a trovare un compromesso: quando la scuola, ospitata nel “palazzotto neoclassico al centro della villa comunale”, per il gran numero di allievi, era diventato troppo piccolo. Il Comune, proprietario dell’edificio, delibera la cessione allo Stato dell’edificio quale sede del Museo Nazionale di Antichità degli Abruzzi e del Molise.
Sull’edificio gravava un’ipoteca che risaliva al 1793 per un prestito che il Comune aveva chiesto e mai restituito. Rintracciare gli eredi del prestito, i quali rinnovavano ogni venti anni l’ipoteca, non fu semplice. Individuato l’ultimo erede ed estinta l’ipoteca la pratica può andare avanti. Finalmente il 7 agosto 1957 si può stipulare l’atto di cessione dell’edificio.
Il museo si inaugura il 14 giugno 1959 con l’intervento del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Nel 1965 durante i lavori per la costruzione del nuovo Istituto Magistrale (attuale Liceo I. Gonzaga), in una fossa votiva nel quartiere della Civitella di Chieti, furono recuperate un cospicuo numero terrecotte. Lo scarico venne danneggiato dalla costruzione della vecchia palestra dell’Istituto. La quale fu abbattuta nel 1972 ma non portò al recupero di altro materiale archeologico significativo.
Nel 1970 Cianfarani pubblicava una descrizione delle terrecotte architettoniche, con le immagini di alcune statue parzialmente restaurate. Argomento ripreso e ampiamente trattato e approfondito nel volume Culture adriatiche antiche d’Abruzzo e di Molise.
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r M Abruzzo
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