Diversi studi dimostrano inequivocabilmente il forte legame di Ponzio Pilato con l’Abruzzo, ciò nonostante abbia poi vissuto e operato anche nella vicina Regione Lazio. Nato nel mese di Dicembre del 12 a.C. Il luogo di nascita del Governatore è conteso da varie tesi e leggende, in base a varie ipotesi la più concreta e certificabile è quella di Bisenti (TE) che lo fa discendere dalla famiglia Vestina dei Ponzi, da cui sarebbero usciti, al tempo della guerra sociale, gli avi di Ponzio Pilato quali condottieri dell’esercito sannita. Questa vecchia tradizione popolare è anche presente in un’opera minore di Ennio Flaiano. È anche riportata da Angelo Paratico in “Gli assassini del Karma” e da Giacomo Acerbo in “Fra due plotoni di esecuzione“.
Casa di Ponzio Pilato a Bisenti
La leggenda che vuole Bisenti (TE) quale patria di Ponzio Pilato, a differenza delle altre leggende riferite ad altri luoghi, è molto articolata e dettagliata. Non si limita ad affermare che il prefetto sia nato a Bisenti, ma spiega i dettagli dell’origine bisentina del preside romano. Secondo questa tradizione, tramandata di generazione in generazione, un avo del celebre funzionario romano, Ponzio Aquila, avrebbe partecipato alla congiura delle idi di Marzo contro Giulio Cesare; con il ristabilirsi dell’ordine pubblico, le famiglie dei “Cesaricidi” furono confinate presso le colonie romane e tra queste i Ponzi furono esiliati in quel di Berethra (antico nome di Bisenti dal greco BARATRON “valle stretta e profonda”). Nato e cresciuto in questa località, il giovane e futuro prefetto avrebbe avuto dunque la possibilità di conoscere le tradizioni ebraiche e apprendere una lingua “straniera”, l’aramaico. L’allora Berethra (Bisenti), infatti, era è ubicata nel cuore di un territorio, dell’area centro-adriatica, conosciuto in antichità con la denominazione di “Palestina piceni” in quanto colonizzato nel 550 a.C. circa da popolazioni mediorientali provenienti dalla terra di Canaan. Proprio la conoscenza del linguaggio e delle abitudini simil-giudaiche, apprese vivendo nella “Palestina Piceni”, avrebbero avvantaggiato il giovane militare Ponzio Pilato nella nomina di V prefetto della Giudea. A Bisenti è visitabile il luogo che la tradizione indica come casa natale di Ponzio Pilato. L’edificio, anche se modificato e ristrutturato nel corso dei secoli, conserva ancora, nel suo impianto, le caratteristiche di una tipica domus romana: un lato dello stabile presenta un porticato con un cortiletto o “vestibolo”, sul lastrico di tale corte si notano dei resti di un’antica pavimentazione realizzata con ciottoli che formano delle particolari geometrie molto simili alle figurazioni dei mosaici che impreziosivano le ville romane.
Foto RAI
A ridosso di tale cortiletto si trova un locale, l’Atrium della casa di Ponzio Pilato. Al di sotto di tale area dell’edificio, sono presenti due enormi cisterne che, per le caratteristiche tecniche costruttive delle murature in “opus caementicium” e per la presenza di alcune tracce di intonaco impermeabile di tipo “opus signinum”, possono essere fatte risalire all’epoca romana. Sotto l‘ “impluvium“, è ancora perfettamente conservato un “qanat”, un sistema di distribuzione idrico molto diffuso nei territori mediorientali. Non si può dunque escludere che il qanat di Bisenti sia stato realizzato proprio da Ponzio Pilato che, avendone appreso la tecnologia costruttiva in Giudea, una volta tornato in Abruzzo avrebbe costruito un sistema idrico del genere per captare le acque da una falda, incanalarle mediante una galleria sotterranea per alcuni chilometri e prelevarla, per le proprie esigenze personali, da un pozzo situato all’interno della sua casa e, per le necessità degli altri concittadini Berethriani, in una fonte di erogazione pubblica, oggi denominata “fonte vecchia“, della quale si possono ancora ammirare, integralmente preservate, i cunicoli di adduzione e le vasche di decantazione.
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