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Passeggiando nel verde Abruzzo

 

Verso l’affascinante mondo di roccia
Il Gran Sasso è costituito da roccia calcarea ed è vario nella morfologia e nel panorama. Questo versante della montagna è aspro e selvaggio, e qui la sua cima più alta, il Corno Grande, ci mostra la sua cresta a forma di ferro di cavallo che include tre vette: quella orientale, quella centrale (2.893 metri) e quella occidentale, che rappresenta il punto più alto del gruppo. Queste cime sono adatte sicuramente ad escursionisti particolarmente allenati, ma, senza dubbio, tutti possono godere del fascino di questa montagna, come testimoniato in questo percorso che ci porta all’arrivo della cabinovia. Dal piazzale di Prati di Tivo, si prende a sinistra (est) una strada prima asfaltata, poi sterrata che sale ad un ampio valico fra la Cima Alta ed il piede del crestone dell’Arapietra, fino alla località Piana del Laghetto (quota 1650 m) (3 km) (si trova qui un ampio slargo per parcheggiare). Il sentiero (103) ha inizio sulla destra, in corrispondenza della curva. Si costeggia un dosso erboso soprastante una valletta, che si aggira poco dopo con un’ampia curva (croce a sinistra). Si attraversa una strada sterrata e si raggiunge (verso destra) il crestone dell’Arapietra. Il sentiero si fa più ripido e segue il crestone; poi la pendenza si riduce e si arriva nei pressi di un albergo diruto. Il sentiero continua in leggera salita fino a raggiungere la stazione della cabinovia. Il ritorno è sullo stesso percorso. È possibile far uso della cabinovia per il ritorno; in tal caso, consultare gli orari di apertura preventivamente.

Sotto le ardite creste del monte Camicia
L’escursione ha inizio nella parte alta di San Salvatore, frazione del piccolo borgo di Castelli (m 770). Il percorso conduce fino alla Parete Nord del Monte Camicia, notevole per la sua grandiosità. Si segue una comoda pista che sale attraverso la faggeta, supera una panoramica selletta e raggiunge il breccioso Fosso Morto. Piegando a sinistra, si percorre il sentiero più ripido “Piergiorgio De Paulis” e, continuando a scendere, si attraversa il Fosso Leomogna per raggiungere poi il cippo ai caduti in montagna; di qui, proprio alla base della Parete Nord del Monte Camicia, dove si incrocia il Sentiero dei Quattro Vadi, si entra nel panoramico anfiteatro del Fondo della Salsa. Per il ritorno si consiglia di riprendere lo stesso percorso a ritroso. Lungo il sentiero non sono presenti fonti, per cui si consiglia di portare con se una borraccia. Fondo della Salsa prende il nome dalla forma ad imbuto della vallata dove vanno a finire, nel punto più basso, neve, sassi e alberi. Ci si trova sotto la parete nord del monte Camicia, a 2564 metri, una delle pareti più difficili dell’appennino. Non è consigliabile avvicinarsi troppo alla parete per pericolo di caduta massi dovuta anche ai camosci che vivono su quelle pareti.

Camminando nell’antico paesaggio carsico
Meta di appassionati della natura, i Piani di Cascina sono un altopiano carsico esteso per circa 8 km in lunghezza e 4 in larghezza e posto ad una quota di poco superiore ai 1000m, lungo il versante settentrionale del gruppo montuoso di Monte Calvo e di Monte Giano. È un luogo ricco di sorgenti, fonti e inghiottitoi, circondato da un boscoso anfiteatro naturale con presenza di percorsi di trekking a piedi, a cavallo e in MTB. Il luogo ha da sempre vocazione al pascolo e alla coltivazione di legumi e patate. Segnaliamo, tra i vicoli della suggestiva frazione di Termine (ultimo avamposto prima della montagna), la chiesa di Maria S.S. della Natività. Il nostro percorso inizia nei pressi di Case Recchietti, in corrispondenza del cartello che indica la Fonte Calabrittu. Si percorre la strada brecciata in direzione sud-ovest che, in circa 1,3 km, ci immette nel bosco. Qui possiamo osservare bene la conformazione dell’altopiano carsico. A circa 1200 m troviamo un bivio sulla destra che ignoriamo per prendere dopo poco una brecciata sulla sinistra. Si continua in leggera salita, in un percorso a zig-zag, immersi nel bosco tra noccioli, faggi, carpini, aceri e ornielli per circa 900 m. Alla fine del sentiero, sulla destra, troviamo Fonte Calabrittu, meta della nostra passeggiata: fontana usata in passato come abbeveratoio per gli animali. La sua posizione è privilegiata e ci permette di osservare l’affascinante paesaggio dei Piani di Cascina con l’anfiteatro montano dei Monti Cagno e Gabbia. Il ritorno è sul medesimo tragitto.

Oltre i 2000 metri del Gran Sasso
L’itinerario proposto, molto affascinante, percorre l’aerea e panoramica cresta di confine tra l’Abruzzo aquilano e quello teramano. Dal piazzale di Campo Imperatore, dove si parcheggia, si passa a sinistra del giardino botanico alpino, fruibile nel periodo estivo. Qui si possono ammirare oltre 3500 mq di giardino con le piante degli habitat altitudinali del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. A seguire, incontriamo l’Osservatorio Astronomico, aperto su prenotazione per visite diurne e notturne. Il nostro percorso sale, seguendo l’evidente sentiero. Percorsi i primi 500 m, si oltrepassa una deviazione a destra per Monte Aquila (101); si continua dritto (tornanti) fino ad arrivare al rifugio Duca degli Abruzzi aperto nel periodo estivo (consultare il sito) (in tutto 1,4 km con un dislivello di 250 m). Da qui il panorama è invidiabile: le principali vette del massiccio sembrano davvero a portata di mano. Si prosegue a sinistra (100) fino alla cresta del Monte Portella. Scrutando a nord, vediamo i morbidi pendii di Campo Pericoli, dove è possibile avvistare i camosci. Poi si arriva allo stretto intaglio del Passo della Portella, valico di passaggio tra Assergi e Pietracamela. Dopo 400 m di cresta, si piega a sinistra all’incrocio (102), per entrare nell’ampio Vallone della Portella. Percorsi 800 m, al bivio continuare a sinistra verso il Passo del Lupo (2156 m); continuare sul sentiero che taglia il pendio orizzontalmente fino all’arrivo alla stazione della funivia.

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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