Le sirene sono creature mitologiche del mondo antico e dell’immaginario umano che hanno sempre incantato, continuando ad ammaliare con i loro misteri e con il loro fascino. Queste ninfe di probabile origine orientale, ma che figurano anche nella mitologia nordica, sono le divinità più longeve del complesso delle credenze mitiche, assai diverse nelle figuratività e nei comportamenti da un Paese all’altro e nelle varie culture
Il mito delle Sirene è presente anche in Abruzzo, prevalentemente nelle località marine, dove le ninfe del mare sono raffigurate in diversi monumenti e sculture, apparendo anche nelle denominazioni di Lidi, Hotel, Piazze, Lungomari, Residence, Villaggi Turistici, Stabilimenti marittimi, Ristoranti, Scuole di mermaiding e Corsi di nuoto.
La Sirena bicaudata elegante, sensuale e con le gambe divaricate, in Abruzzo è raffigurata negli stemmi feudali della Famiglia Colonna, come emblema di potenza navale, ed è ritratta in molte formelle maiolicate policrome che decorano a migliaia la facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Collarmele (AQ). Molte Sirene bifide sono ritratte anche nei portali, nei capitelli, sugli altari e nei pavimenti musivi di numerosi edifici di culto molisani, anche nell’entroterra.
Le mitiche dive, con l’impudica posizione delle code rivolte verso l’alto e serrate dalle loro mani, ammalianti e sensuali per le generose forme del corpo connotato da una forte carica erotica, nel mondo pagano erano il simbolo della fertilità, della fecondità e della protezione del creato, probabilmente legato al culto della Dea Madre, mentre nell’era cristiana che si è sovrapposta a quella pagana, sopravvivendo e convivendo con essa, rappresentavano il simbolo del peccato della lussuria, e le raffigurazioni disseminate in molte chiese e cattedrali italiane ed europee, potrebbero rappresentare un monito per tutti i cristiani a non cadere nel peccato del piacere della carne.
Pur nel mistero delle origini, delle metamorfosi, delle ambiguità, dei poteri simbolici e dei messaggi contrastanti che trasmettono – arcani occulti che devono essere ancora svelati – il mito e il fascino delle sirene continuano a vivere saldamente nell’immaginario collettivo, emozionando e ammaliando. La Sirena nell’epoca attuale, pur negli enigmi che l’avvolgono, non è più potatrice di pericolo, crudeltà e morte e s’identifica in una donna ammaliatrice e affascinante e il termine è sinonimico di bellezza, armonia, grazia e avvenenza femminile.
Il canto “Notte Abruzzese-Li Cante de Sirene” con testo di Lucio Cancellieri e musica di Camillo Berardi è ispirato anche al magico mondo delle dive del mare che con i loro canti tingono la notte d’incanto.
NOTTE ABRUZZESE LI CANTE DE SIRENE
Quande la luna sfiore
l’argente su la spiagge
o core statte attente
a vote po’ ‘nfiamma’,
dôce notte abruzzese
se ‘na mane pu’ da’
dalle sole a ‘stu core
che se vo’ ‘nnamura’
Ritornello
‘Na barca a vele
‘mezz’a lu mare và
porte ddu’ core amante
che stritte sta’ a sugna’,
su li culline
la luna sta a curiusa’,
‘mezz’a lu cile stellate
esse l’ucchjtte je fa.
Li lucenacappelle
‘mezz’a li campe ‘n fiore
se pose llà lu core
l’allume pe’ vascia’,
li grille cantirine
nze stracche de canta’,
li cante de sirene
la notte fa ‘ncanta’.
Versi di Lucio CANCELLIERI e Musica di Camillo BERARDI
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