E’ difficile immaginare la nostra regione senza le piante di ulivo che a migliaia ricoprono le ridenti colline che dal Mar Adriatico salgono man mano verso le alte cime de la Maiella o del Gran Sasso.
E’ da millenni infatti che questa coltura, non si sa bene se arrivata dai Greci via mare o dai Romani via terra (Virgilio ne tesse le lodi nella Marsica mentre Ovidio ne attesta la presenza in Valle Peligna), caratterizza il nostro territorio dove per la particolare orografia e la mitezza del clima si è ben ambientata.
Data la pericolosità della coltivazione alle alte quote, l’ulivo si è maggiormente consolidato sulle nostre tre province costiere e nella fattispecie in primis nell’area Chietina, che ha la maggiore estensione, con la produzione di oltre il 50% dei circa 220.000 q.li di oli che in media si hanno nell’intera regione, segue quindi la provincia di Pescara che, pur essendo la meno estesa, ha una notevolissima caratterizzazione olivicola soprattutto nell’area Vestina, e quindi nell’area Teramana, che pur essendo molto estesa, ha una discreta presenza olivicola. Ma non dimentichiamo la provincia de L’Aquila che con le sue Valle Peligna e Valle Roveto contribuisce, e non poco, alla costituzione delle diverse tipologie di oli d’Abruzzo di qualità.
Sono ventisei infatti le varietà di ulivo presenti nell’intera regione, che producono di conseguenza una molteplice diversità di oli per soddisfare i diversi gusti dei consumatori ed avere in cucina il miglior “principe dei condimenti” per esaltare la preparazione dei vari piatti.
Un elemento decisivo di scelta per ampie fasce di consumatori sta diventando giustamente la tipicita’ di un prodotto, fattore legato alla origine geografica, alla composizione varietale ed ai metodi di raccolta e lavorazione.
Ed in tale direzione in Abruzzo sono state riconosciuti tre zone con denominazione D.O.P., interessando ovviamente le principali zone olivicole. E precisamente: APRUTINO ‘ PESCARESE per la provincia di Pescara; COLLINE TEATINE per la provincia di Chieti; PRETUZIANO delle COLLINE TERAMANE per la provincia di Teramo.
La DOP Aprutino Pescarese interessa la maggior pare dei comuni della provincia di Pescara, dalla rinomata area Vestina con i territori di Loreto Aprutino, Moscufo, Pianella ecc. fino ad arrivare agli estremi lembi interni della provincia con il Comune di Tocco da Casauria. Gli oli extravergini di oliva che si vogliono fregiare di questa Denominazione devono essere ottenuti dalle seguenti varietà di olive presenti, da sole o congiuntamente, negli oliveti in misura non inferiore all’80%: Dritta – Leccino – Toccolana. Possono altresì concorrere altre varietà presenti negli oliveti nella misura massima del 20%.
La DOP Colline Teatine interessa la maggior parte dei comuni della provincia di Chieti, da Francavilla al mare a nord fino a San Salvo a sud, arrivando a lambire le ” alte quote ” con i territori posti a Pretoro, Casoli, Lama dei Peligni .
Gli oli extravergini di oliva con questa Denominazione devono essere ottenuti dalle seguenti varietà di olivo presenti negli oliveti: Gentile di Chieti in misura non inferiore al 50%, Leccino in misura non superiore al 40%. Possono altresì concorrere altre varietà presenti negli oliveti nella misura massima del 10%.
La D.O.P. Colline Teatine può essere eventualmente accompagnata da una delle due menzioni geografiche aggiuntive riconosciute quali ” Frentano ” o ” Vastese “, quando l’olio viene prodotto in determinate zone dell’area frentana o dell’area vastese e con una leggera diversità nella percentuale di varietà di olive.
La DOP Pretuziano delle Colline Teramane ha come zona di produzione e trasformazione i territori dei comuni che dal mare alla fascia collinare attraversano da nord a sud la provincia di Teramo. Gli oli extravergini di oliva posti in commercio con tale denominazione devono essere ottenuti dalle seguenti varietà’ di olivo: Leccino – Frantoio – Dritta – congiuntamente fino al 75% mentre il restante 25% e’ rappresentato da varietà’ locali minori, tra le quali sono maggiormente diffuse il Tortiglione, la Carboncella e la Castiglionese.
Credits: www.vinitaly.com
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