Questo ospedale è rimasto ben conservato nel tempo, sia negli arredi che nella struttura, che si estende su più piani con un sotterraneo. Al piano terra si trova una grande sala conferenze e la grande scalinata che porta ai tre piani superiori dove si trovano vari reparti medici quasi intonsi, con molti degli oggetti rimasti inutilizzati sui tavoli e svariate file di scaffali.
Il sotterraneo, come volevasi dimostrare, è la parte più interessante dell’edificio dove si possono trovare i magazzini dei medicinali e file di scaffali pieni di fascicoli sanitari e l’obitorio, con annessa cappella. All’esterno dell’ospedale si può trovare una vera e propria discarica di apparecchiature mediche abbandonate anche se apparentemente nuove ma ormai datate.
Da un articolo di Abruzzo Web del 2014:
CHIETI – Personale del Nipaf del Comando provinciale di Chieti e del Comando stazione forestale di Chieti hanno eseguito il sequestro dell’ex Ospedale teatino ‘San Camillo’, nella cui area esterna è stata realizzata una discarica abusiva di rifiuti pericolosi e non pericolosi ospedalieri.
I rifiuti sono costituiti principalmente da macchinari diagnostici, computer, monitor, frigoriferi industriali, letti, sedie, armadietti, faldoni ed altri suppellettili, nonché un contenitore di rifiuti sanitari. Materiale tutto non più in uso, stoccati in 3 punti diversi dell’area esterna dell’ex ospedale, in parte su pavimentazione e in parte a diretto contatto del terreno senza isolamento e senza alcuna copertura, completamente esposti agli agenti atmosferici.
La storia del San Camillo de Lellis
L’Ospedale Sanatoriale S. Camillo de Lellis fu inaugurato il 20.05.1936, esiste un filmato dell’Istituto Luce.
Fu costruito dall’Istituto per la Previdenza Sociale ed aveva 232 posti letto.
Ha una struttura e servizi che ricalca progetti analoghi costruiti negli anni ’30 in molti importanti capoluoghi di provincia. E’ dotato di un parco alberato di 2 ettari. Posso testimoniare le incredibili soluzioni tecniche e sanitarie che questi ospedali possedevano, nonostante le tecnologie dell’epoca!
La biancheria sporca e potenzialmente infetta veniva buttata, attraverso uno sportellino posizionato all’interno di ogni piano, direttamente in un unico cavedio che raggiungeva il piano terra, dove gli operatori avevano la possibilità, con una unica manipolazione, di immetterla direttamente nelle macchina da lavaggio. Ovviamente le pareti erano rivestite di mattonelle colorate in maiolica per ogni facile pulizia. In tal modo, il percorso dello sporco era garantito che fosse autonomo dal percorso del pulito. Una soluzione semplice, sicura e senza costi di impianti, al contrario degli ospedali progettati attualmente dove si prevedono ascensori dedicati allo sporco, ma che, nella pratica quotidiana, spesso vengono utilizzati anche dal personale.
Altra soluzione affascinante riguardava la movimentazione di ampi pannelli mobili che scorrevano, orizzontalmente e manovrati elettricamente, sugli ampi terrazzi, consentendo riparo dal sole e dalle intemperie agli ammalati che, in tal modo, potevano trattenersi e prendere aria anche fuori dalle camere.
Con la Riforma Sanitaria legge 833/1978, il Presidio San Camillo perse la sua autonomia e confluì nel complesso degli Ospedali cittadini “Ospedali Riuniti SS. Annunziata”. Nell’ambito della programmazione sanitaria della città ed in una visione unitaria delle attività comprendendo la Facoltà di Medicina dell’Università D’Annunzio, l’Ospedale San Camillo, con le sue esperienze di Malattie Infettive, a far data dagli anni ’80, ospitò la Clinica Universitaria di Cardiologia e Cardiochirurgia con le relative Terapie Intensive.
Con il trasferimento di tutti i reparti con posti letto, a partire da gennaio 2000, verso il complesso del nuovo Policlinico di Colle Dell’Ara, l’Ospedale S. Camillo rimane in funzione unicamente per l’attività Cardiologica e Cardiochirurgica. L’Ospedale Sanatoriale San Camillo fu chiuso definitivamente il 31 Agosto 2007, dopo il trasferimento dei Reparti Cuore al nuovo Policlinico di Colle dell’Ara in via dei Vestini.
@ Ospedali d’Italia
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