Chiaro esempio di tali dinamiche appare il caso della chiesa paleocristiana scavata nel 1995-1997 da G.P. Brogiolo e S. Gelichi in località Colle Fiorano di Loreto Aprutino, allíinterno del Teramano storico e non lontano dagli attuali confini meridionali della provincia di Teramo. A lato dell’edificio di culto, risalente al VI secolo, è stato identificato un ambiente rettangolare con resti di un fonte battesimale ad immersione, successivo ma probabilmente non di molto all’impianto della chiesa è interessante notare che il Martirologio Romano conserva il ricordo apud Pinnensem Civitatem natalis beati Johannis, qui giunto dalla Siria a fondare un monastero, ove visse poi 44 anni, oltre ad varie dipendenze monastiche nel territorio circostante, fra cui viene tradizionalmente ricordata proprio S. Serotino di Colle Fiorano. Questa attestazione sembra dunque collegare anche le origini delle più antiche presenze monastiche attestate nel Teramano proprio a quel più ampio movimento monastico di origine siriaca in precedenza ricordato, che trovava il suo centro a Spoleto ed una delle sue manifestazioni più significative a Farfa. In mancanza di ulteriori notizie e fonti sulle origini del monachesimo nel Teramano possono desumersi alcuni riferimenti importanti dalla scelta delle dedicazioni.
Non sembra anzitutto casuale la dedica di numerosi monasteri teramani all’arcangelo Michele, culto di cui si è da tempo sottolineata la particolare fortuna in età longobarda soprattutto a partire dal VII secolo, e che ricorre anzitutto presso quello che veniva tradizionalmente considerato il più antico insediamento monastico della provincia, S. Angelo a Marano in territorio di Bellante, menzionato sin dall’873 come dipendenza dell’antico monastero cassinese di S. Angelo di Barrea. Nelle valli della Vibrata e Salinello sono inoltre attestati S. Angelo Abbamano e Grotta S. Angelo, e sulla montagna teramana il già ricordato S. Angelo in Vulturino a Valle Castellana. Di antica origine appaiono anche le dedicazioni a S. Salvatore, riscontrabile a S. Salvatore di Castelli e S. Salvatore a Bozzino, e forse anche quella di S. Maria, attestata anzitutto a S. Maria di Musiano e S. Maria di Propezzano nella Val Vomano , fondazione quest’ultima attribuibile agli inizi dell’VIII secolo. La dedica a S. Maria compare anche nelle valli della Vibrata e Salinello a S. Maria di Ripoli e S. Maria di Montesanto presso Civitella del Tronto, fondazione monastica quest’ultima che potrebbe ricollegare le sue origini alle più antiche fasi della presenza longobarda nella zona. Se a ciò aggiungiamo le numerose attestazioni di materiali architettonici relativi a fasi dei luoghi di culto già databili nell’VIII secolo sembrerebbe dedursene il panorama di uníorganizzazione monastica ormai ben definitasi a livello locale già in un momento di assestamento del regno longobardo compreso fra la metà del VII e la prima metà dell’VIII secolo. Alla fine del Regno díItalia di lì a poco verificatasi venne presto a seguire un forte rafforzamento dei collegamenti già attivatisi in precedenza fra le grandi abbazie benedettine e tali classi, che venivano a trovare proprio nei centri monastici nuovi punti di riferimento a livello territoriale, con consistenti donazioni e passaggi di beni. Proprio alle cruciali fasi di VIII-IX secolo appare riferibile il potenziamento di numerosi fra gli insediamenti monastici presentati in questa sede, testimoniato dalle numerosissime donazioni da parte di membri dell’aristocrazia locale longobarda alle principali abbazie benedettine (Farfa, S. Salvatore Maggiore, Montecassino, S. Angelo di Barrea, S. Vincendo al Volturno) e ad alcuni centri monastici locali.
Il fenomeno prosegue nel periodo carolingio quando è ben documentato dalle numerose fonti documentarie disponibili in quest’epoca il Teramano viene inglobato come il resto del ducato di Spoleto nel regno franco ed ai gastaldati longobardi và progressivamente sostituendosi la struttura dei comitati, anche se l’organizzazione del territorio non dovette mutare di molto. L’area continuò tuttavia a restare sino al X-XI secolo sostanzialmente eccentrica rispetto al corpo della grande contea dei Marsi, intorno a cui andava costituendosi il nucleo della futura regione, mentre andavano consolidandosi potere e giurisdizione religiosa degli importanti monasteri che se ne dividevano il territorio, a cui venne ad aggiungersi anche S. Clemente a Casauria. Non meno importante appare anche la presenza di alcuni monasteri autonomi da ogni altra giurisdizione, che andarono progressivamente ad espandere il loro potere con dipendenze diffuse in un vasto ambito territoriale: fra essi il già citato S. Angelo in Volturino, S. Maria di Montesanto, S. Salvatore a Castelli, ed in epoca più tarda S. Niccolò a Tordino.
Archeologia Medievale Abruzzo – Andrea R. Staffa e Simona Pannuzi
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