Silvi Marina è l’appendice balneare di Silvi Paese, posto sulla collina e che ha radici romane con l’antico nome di Castrum Silvi. La visita richiede una deviazione e una salita, ma il perimetro delle mura del centro storico si vede bene anche dalla ciclabile. Uscendo dalla stazione ferroviaria si piega a destra, si percorrono 400 metri lungo la statale 16 Adriatica (Via Roma), poi la si lascia e, a destra, tramite il sottopasso Palestrini si raggiunge il lungomare (Via Taranto); si piega a sinistra e lo si percorre fiancheggiando il mare.
Al termine della ‘marina’, un ponte ciclabile scavalca il torrente Cerrano, presso la foce nel mare. Secondo gli storici qui si trovava il porto di Atri (Hatria), cittadina dell’entroterra, dove si svolgeva un intenso scambio commerciale con la Puglia e la Sicilia. La fascia litoranea dell’area marina protetta di Torre del Cerrano inizia qui: si estende per 7 chilometri e si protende nel mare per circa 3 miglia nautiche. Al di là del ponte si prosegue lungo la stretta via che costeggia la pineta litoranea fino a quando si è obbligati a voltare a sinistra e a tornare sulla strada statale Adriatica. Qui si tiene a destra, lungo la larga banchina ciclabile.
Prima di raggiungere la torre del Cerrano, che si delinea in fondo, si piega a destra sottopassando la ferrovia e, poi, di fronte alla spiaggia, a sinistra, verso l’accesso alla torre. Pensatela come la fareste sulla sabbia se tornaste un momento bambini: quadrata, ma con forti contrafforti, a piani sovrapposti, e con un torrino sommitale dove s’innalza un pennone. Fu utilizzata nel XVI secolo dagli spagnoli come baluardo contro le scorrerie piratesche. Oggi ospita il Centro di Biologia Marina con attività di ricerca e un intenso programma di educazione ambientale La parte successiva dell’itinerario si svolge lungo la duna litoranea. Qui si ammirano le specie vegetali amanti della sabbia (psammofile, in termini scientifici) in grado di sopportare alti livelli di salinità. Vicino alla battigia ecco il ravastrello marittimo; più arretrata, sulla duna, la gramigna delle spiagge, l’erba medica marina e il vilucchio marittimo ma anche le specie spinose come l’Eryngium marittimum e l’Echilophora spinosa. Raro, ma presente il bellissimo giglio di mare. Le pinete conferiscono infine la veste arborea con il pino da pinoli e del pino d’Aleppo. La duna del Cerrano è importante anche come stazione per la nidificazione del fratino, piccolo uccello migratore, qui presente da aprile, quando depone le uova, fino a settembre inoltrato.
L’itinerario transita all’interno del giardino della torre (in caso di chiusura occorre passare con la bicicletta a mano lungo la spiaggia), poi si continua sullo stradello in parte sabbioso che corre fra la spiaggia, fortunatamente poco contaminata dalle strutture balneari, e la pineta. Le fila ordinate dei pini lasciano intuire il loro impianto artificiale che fa da diaframma tra il mare e l’abitato. Dopo buon tratto nella pineta si esce all’inizio della pista ciclabile di Pineto, parallela alla ferrovia. Sulla destra, la linea di costa.
Il toponimo Pineto è di epoca recente, fino al 1927 il paese si chiamava Villa Filiani, ma fu l’intensa opera di rimboschimento, avviata negli anni Venti da Luigi Corrado Filiani, a suggerire la modifica a dispetto del vanto personale di possedere un nome di luogo proprio. Non estraneo alla vicenda anche un omaggio a Gabriele D’Annunzio, autore nel 1902 della lirica ‘La pioggia nel Pineto’. Parte dell’edilizia cittadina si ispira a quel periodo storico, con villini e palazzine dall’accento eclettico o floreale.
Giunti all’altezza del centro sportivo si continua lungomare superando su un ponte ciclo-pedonale il torrente Calvano. Si continua sul Lungomare dei Pini (marciapiede ciclabile). All’altezza di Via Piemonte si piega a sinistra e, prima di sottopassare la ferrovia, a destra. Si prosegue, per buon tratto, lungo la strada parallela alla ferrovia. Dinanzi all’ingresso del camping di Villa Fumosa si piega a destra e si inizia a percorrere un tratto di pista ciclabile lungomare in uno spazio aperto, privo di costruzioni. Si giunge alla rotonda sul mare di Scerne. Qui si lascia la ciclabile volgendo a sinistra verso la vicina stazione Fs tramite la quale, utilizzando il servizio Treno+Bici si può fare ritorno a Silvi
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