Dopo un lunghissimo restauro, durato ben 6 anni, riapre al pubblico la Basilica di San Bernardino, gravemente danneggiata durante il terremoto de L’Aquila del 2009 che ebbe un bilancio finale di 309 vittime, 1.500 feriti e oltre 10 miliardi di euro di danni. Per l’inaugurazione si terrà una cerimonia solenne durante la quale i resti del Santo saranno trasferiti dalla chiesa provvisoria di San Bernardino alla basilica nel centro della città. Si tratta di un evento che per gli aquilani riveste una notevole importanza di carattere, non solo religioso ma anche sociale perché la Basilica di San Bernardino da Siena, edificata nel ‘400, rappresenta un luogo di culto ma anche di ritrovo per le famiglie della città che qui si sposano nella maggioranza dei casi. Il restauro è stato possibile grazie al finanziamento del CIPE, Comitato interministeriale per la programmazione economica, e grazie al contributo della Cassa di risparmio de L’Aquila ed è praticamente ultimato, salvo quello delle cappelle laterali e radiali che, comunque, non ne impediscono l’apertura al pubblico.
La celebrazione della Santa Messa riprenderà regolarmente a partire dal 3 maggio con 3 messe quotidiane, due celebrate durante la mattina ed una pomeridiana; la Basilica rimarrà aperta al pubblico dalle ore 7,00 sino alle 12,30 per l’apertura del mattino, mentre l’orario di apertura pomeridiano sarà dalle 15,00 alle 19,30 e sono già stati prenotati i matrimoni per il 2016. Questo non è il primo restauro massiccio al quale viene sottoposta la Basilica, L’Aquila infatti, anche nei secoli precedenti fu colpita da altri terribili terremoti e ogni volta la Basilica ne subì gli effetti disastrosi, in particolare con i terremoti del 1461 e del 1703. L’ultimo terremoto del 2009 ha provocato gravissime lesioni alla cupola, il crollo parziale della torre campanaria ed ha interessato tutto il corpo della Basilica per il cui restauro e consolidamento si è passati attraverso un attento lavoro di catalogazione e recupero delle pietre cadute durante il sisma e, laddove non è stato possibile il recupero, si è provveduto alla sostituzione con pietra locale, come spiegato dall’ingegnere Vito Ciano, mentre il consolidamento è avvenuto con “con una serie di inghisaggi e con tiranti in acciaio inox che garantiscono una maggiore sicurezza per il futuro”.
Credits: diggita.it
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