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Il patrimonio artistico abruzzese tra fede e arte
Alanno – Oratorio di Santa Maria delle Grazie – Fine XV secolo – XVII secolo

L’Abruzzo fu fra le prime regioni italiane a vivere l’impatto vivificante della cristianizzazione, e subito dopo quello rivoluzionario del monachesimo benedettino. Si può anzi dire che, nel quadro severo delle sue montagne e delle difficili condizioni di vita che esse imponevano, è stato essenzialmente il cristianesimo a modellare il profilo culturale e spirituale dell’Abruzzo. La decisiva prevalenza che dal Medioevo questa cultura ebbe rispetto a quella laica e civile nel delineare l’identità regionale, non dipese soltanto dalla forte e primitiva Natura dell’Abruzzo (che ha da sempre costretto i suoi abitanti a confrontarsi col mistero della trascendenza) ma anche e soprattutto dalla mancanza di importanti corti signorili nella regione, e dalla marginalità politica che il territorio assunse rispetto ai centri di potere del Regno di Napoli. I feudatari che si avvicendavano nei suoi castelli, quasi sempre forestieri e spesso neanche residenti, ebbero una limitata incidenza sulla vita civile della regione; non furono pertanto nelle loro dimore, ma nei conventi e nelle abbazie i centri propulsori effettivi della storia abruzzese. Per questa ragione, l’architettura religiosa ha espresso in Abruzzo una prevalenza nettissima su quella civile: una prevalenza che è innanzitutto quantitativa, giacché il numero di edifici religiosi di ogni tipo, urbani e rurali, è enorme e imparagonabile agli edifici civili (soprattutto urbani); ma anche qualitativa, perché fu di nuovo il cristianesimo a introdurre e sviluppare con originalità del tutto locale i nuovi linguaggi e

L’Abbazia di San Liberatore nel parco della Dea Maja

le nuove esperienze dell’architettura europea. “Dal convento di San Liberatore della Majella, fin dagli anni fra il 1007 e il 1019, uscirono alcune maestranze di benedettini che diffusero nella contrada un tipo di architettura in cui si ritrovavano fusi con semplicità e originalità elementi latini e lombardi; i monaci valvensi nel XII secolo propagarono l’architettura romanica; i cistercensi, venuti di Francia, introdussero più tardi le forme gotiche di Borgogna; finché nel XIII secolo fiorirono numerose scuole locali, in gara artistica tra di loro, per opera delle fraterie di Atri, Teramo, Chieti, L’Aquila, Sulmona, Lanciano e della Marsica, che pur nella ricchezza e diversità o eclettismo di stile e nella mancanza di eccezionali individualità, ci rivelano ancor oggi un gusto comune assai elevato, un evidente amore per la sobrietà, la chiarezza, la forza.” (Ignazio Silone) Questo primato si è concretizzato in un gran numero di monumenti religiosi di importanza e bellezza assoluti, spesso noti anche a livello internazionale, diffusamente distribuiti sia nei maggiori centri abitati sia nei borghi più piccoli e sperduti, quando non isolati e incastonati nel paesaggio come veri gioielli dello spirito. Questi monumenti hanno aspetti e caratteri diversi: possono essere orgogliose cattedrali urbane integrate nei centri storici maggiori o piccole pievi di paese, solitarie chiese tratturali o campestri armonicamente inserite nel paesaggio, ascetici oratori montani o severi monasteri fortificati. Ma ognuno di essi è uno scrigno di spiritualità e di tesori d’arte. Un patrimonio che originò soprattutto nel Medioevo, sostenuto dalle crescenti ricchezze che la chiesa e la borghesia locali poterono impegnare grazie alla più importante attività produttiva della regione: la Pastorizia.

Le grandi chiese urbane
Le chiese urbane hanno rappresentato per ogni comunità lo strumento elettivo per esprimere l’intero orizzonte dei loro valori: fede, cultura, ricchezza, coesione sociale, memoria collettiva. Evidente, dunque, l’impegno nel renderle magnifiche e importanti. Esse, inoltre, hanno sistematicamente costituito in Abruzzo il riferimento cardine per l’ordinamento e la articolazione dei tessuti urbani, più dei palazzi signorili, più degli edifici pubblici. Un ruolo urbanistico primario, generatore di assetti e orientamenti. Caso emblematico, a livello non solo locale ma assoluto, lo sviluppo della città dell’Aquila, fondata e costruita in pochi decenni nella prima metà del XIII secolo e sviluppata attorno a tante piazze e tante chiese quanti erano i castelli (paesi) che si confederarono per darle vita.

Le chiese “extra moenia”
Le chiese extra moenia (cioè “fuori delle mura”, ovvero esterne agli abitati: e quindi innanzitutto i conventi, ma poi le chiese campestri, le cappelle tratturali, gli oratori isolati) rappresentano per numero e qualità una delle peculiarità distintive dell’Abruzzo: in una terra di pastori transumanti, abituati a percorrere il territorio in ogni direzione, le chiese isolate disseminate lungo le vie di comunicazione erano non solo un aiuto e una consolazione, ma uno strumento di vita e di lavoro

Eremo di sant’Onofrio al Morrone

Gli eremi
Un aspetto e una componente peculiare della religiosità abruzzese nel Medioevo, che fu l’epoca di formazione dell’Abruzzo, fu il fenomeno eremitico, la particolare vocazione ascetica del cristianesimo abruzzese. Si tratta di una corrente di comportamento spirituale che dalla cornice cristiana risale vertiginosamente i millenni che conducono alle epoche più remote e ai culti più ancestrali. Bisogna infatti dire che il duro ambiente montano dell’Abruzzo ha da sempre costretto i suoi abitanti a confrontarsi col mistero della trascendenza. Per migliaia di anni, dover spendere la propria esistenza, generazione dopo generazione, in costante dipendenza del più primitivo e stabile fattore condizionante di questa regione, la sua forte e temibile Natura, aveva infatti radicato nelle antiche popolazioni abruzzesi un rapporto di subordinazione religioso e filiale nei suoi confronti. Teatro elettivo di questi culti erano le grotte, gli uteri simbolici della Madre Terra. Le sue grotte, preistorico teatro di riti ancestrali, e poi i suoi grandi santuari italico-romani, a partire dall’alto Medioevo (quando l’Abruzzo venne cristianizzato) hanno visto subentrare nei medesimi luoghi le prime comunità di monaci e di eremiti, tracciando così un quadro davvero unico di continuità della sacralità di questi luoghi. Si articola così una fittissima rete di eremi, santuari e romitori di eccezionale suggestione e dall’accesso in molti casi ancora oggi difficile. Immersi nella natura, gli eremi d’Abruzzo sono mete di visite che resteranno indelebili nella memoria. Nella vastità del proprio territorio montano, persi nel silenzio della natura più intatta, sbocciano improvvisi agli occhi del visitatore con immagini di perfetta, ascetica serenità.

Le vie della fede
Molti dei visitatori dell’Abruzzo vi arrivano spinti dal desiderio di conoscere i suoi luoghi della fede. Accanto ai più noti santuari dedicati, al Miracolo Eucaristico di Lanciano, al Volto Santo di Manoppello, a San Gabriele di Isola del Gran Sasso, alla Madonna dei Miracoli di Casalbordino (immortalato da Gabriele D’Annunzio nella sua tragedia “Il trionfo della morte”), alla Madonna della Libera di Pratola Peligna, decine di altri santuari e luoghi di culto minori costellano il territorio di questa regione, la cui forte e primitiva Natura ha da sempre sospinto i suoi abitanti a confrontarsi col mistero della trascendenza. Con la cristianizzazione del territorio abruzzese, nelle sue grotte – preistorico teatro di riti ancestrali – subentrarono le prime comunità di monaci e di eremiti, mentre sui suoi grandi santuari italico-romani vennero edificate molte delle più importanti abbazie della regione, come San Giovanni in Venere, San Clemente a Casauria, San Liberatore a Maiella e Santa Maria Arabona. Si traccia così quel quadro davvero unico di continuità della sacralità dei luoghi, che rappresenta uno degli elementi distintivi di questa regione così tenacemente conservativa delle proprie tradizioni, anche le più lontane e ancestrali. In tutti i centri dell’Abruzzo, s’impone all’attenzione un nutrito calendario di feste patronali e religiose. Di grande suggestione, in particolare, sono le celebrazioni della Settimana Santa a Chieti, quelle della Pasqua a Sulmona, le celebrazioni in onore di San Pietro Celestino che hanno per centro la basilica di Santa Maria di Collemaggio nel corso della Perdonanza a L’Aquila. Carattere e atmosfere particolari offrono invece i riti in onore di Sant’Antonio Abate e di San Domenico, ancora vivi in molti centri della montagna. In onore del primo si benedicono gli animali e si accendono fuochi di ogni tipo, fra cui le famosissime farchie; per celebrare il secondo, a Cocullo e in altri centri si svolgono gli antichi riti dei serpari. Si tratta di manifestazioni della religiosità popolare che invitano allo stesso modo i fedeli e i visitatori laici desiderosi di accostarsi alle tradizioni e alla storia. A Isola del Gran Sasso si radunano ogni anno decine di migliaia di giovani per pregare sulla tomba

Patrimonio artistico
La sua lunga storia ha lasciato in eredità all’Abruzzo una miriade di tesori artistici ed esso, forse più di altre regioni, ha saputo ben conservare questo eccezionale patrimonio, vuoi per la natura caparbia e tenace degli abruzzesi, vuoi per la particolare conformazione del territorio e per il lungo isolamento di cui ha goduto per secoli. Molti di questi tesori sono i monumenti, le chiese, i palazzi e i siti archeologici che punteggiano ovunque il territorio, i borghi e i centri maggiori; ma la gran parte è invece costituita da oggetti d’arte come quadri, statue, gioielli, strumenti d’uso quotidiano, arredi, che sono esposti nei tanti musei della regione. Ci sono poi anche strutture museali specializzate dedicate a particolari aspetti del territorio, come quelle naturalistiche, oppure quelle specializzate su specifiche tipologie artigianali, grandi personaggi, lavorazioni alimentari tipiche. Insomma, anche per quanto riguarda i musei l’Abruzzo offre solo l’imbarazzo della scelta.

Musei d’Arte
I più classici sono senza dubbio i musei d’arte, e in particolare di arte sacra, che nella regione offre davvero un catalogo di preziosità quasi infinito. La proposta museale è ampia e diffusa, con strutture espositive che spesso sono state allestite in monumenti che sono essi stessi elemento di attrazione per il visitatore. Il più celebre tra tutti è il Museo Nazionale d’Abruzzo, che si trova nel poderoso Castello Cinquecentesco, detto anche Forte Spagnolo, nel cuore di L’Aquila. Importanti pure il Museo Capitolare di Atri, Il Museo Nazionale d’Arte Sacra della Marsica di Celano, i Musei Civici di Sulmona, di Penne, di Lanciano, di Vasto.

Musei della Ceramica di Castelli
Davvero notevoli poi i musei abruzzesi dedicati espressamente alla ceramica di Castelli, dove sono esposti centinaia di capolavori di maiolica artistica prodotti nel piccolo borgo montano dal ‘500 in poi. Due di queste strutture espositive si trovano a Castelli, dove si possono visitare il ricco Museo della Ceramica, con pezzi straordinari tra i quali l’originale soffitto della Cona di San Donato, allestito nel bellissimo ex convento dei Francescani, e la Raccolta Internazionale di Ceramica d’Arte Contemporanea, nei locali dell’Istituto Statale d’Arte, con un gran numero di opere d’arte ceramica moderna. A Chieti è il Museo d’Arte “Costantino Barbella”, con una interessante raccolta di maioliche abruzzesi, ma anche dipinti e bronzi. A Loreto Aprutino si visita la Raccolta Acerbo delle Ceramiche Storiche Abruzzesi, straordinaria collezione privata messa insieme dal barone Giacomo Acerbo con oltre 600 pezzi storici di ceramica di Castelli. A Pescara, infine, si trova esposta nei bei locali di Villa Urania la civica Collezione Paparella Treccia-Devlet, che raccoglie numerosi e pregevolissimi pezzi di maiolica castellana.

La ceramica di Castelli

Musei d’Arte moderna
Sempre restando nel settore dell’arte, l’Abruzzo offre numerosi musei dedicati a quella moderna e contemporanea, come la Pinacoteca Comunale “Vincenzo Bindi” e il Museo dello Splendore di Giulianova, la Pinacoteca “Michele e Basilio Cascella” di Ortona, il Museo della Casa Natale di Gabriele D’Annunzio a Pescara, il Museo Civico “Basilio Cascella” sempre a Pescara, la Pinacoteca Civica “Costantino Barbella” di Chieti.

Musei archeologici
Quelli archeologici rappresentano un altro piatto forte dell’offerta museale abruzzese; sono numerosi, diffusi su tutto il territorio e incredibilmente ricchi di straordinari reperti, soprattutto italici e romani, che provengono dalla decine di grandi necropoli della regione e dallo scavo delle numerose città romane. Il più celebre è senza dubbio il Museo Archeologico Nazionale d’Abruzzo di Chieti, che custodisce il simbolo dell’Abruzzo, la celebre statua italica del Guerriero di Capestrano. Sempre a Chieti si trova il Museo Archeologico della Civitella. Nel borgo di Campli si visita il ricco Museo Nazionale Archeologico dove sono in esposizione centinaia e centinaia di reperti dalla immensa necropoli italica della vicina Campovalano. A Crecchio è allestito il Museo dell’Abruzzo Bizantino ed Alto Medievale, a Teramo è da visitare il grande Museo Civico Archeologico, a Vasto infine lo storico Palazzo d’Avalos ospita il Museo Civico con una vasta Sezione Archeologica. “La collezione Torlonia di Antichità del Fucino” conservata nel castello Piccolonimi di Celano ed il Museo Nazionale della Preistoria d’Abruzzo di Celano.

Musei etnografici
Il più celebre e interessante tra tutti è senza dubbio il Museo delle Genti d’Abruzzo, che si trova nel centro storico di Pescara, nei grandi locali dell’ex Bagno Penale Borbonico. Comprende anche una sezione archeologica, ma la sua forza sta nella ricchezza dei materiali esposti e nella completezza didattica, che offrono un quadro estremamente efficace ed esauriente della storia socioeconomica e culturale della regione dalle origini ai nostri giorni. Il Museo delle Tradizioni e Arti Contadine di Picciano offre un interessante percorso alla scoperta degli oggetti e dei mestieri della civiltà contadina dell’Abruzzo. Musei etnografici più specifici sono il Centro di documentazione permanente sulle case di terra cruda di Casalincontrada, il Museo Civico Diffuso di Castel del Monte, con cinque antiche case dove sono ricostruiti ambienti dedicati alla vita del paese e al lavoro agro-pastorale; il piccolo ma ricco Museo delle Tradizioni Popolari di Fano Adriano; il Museo della Lana di Scanno, il Museo delle Tradizioni Artigiane di Tossicia

Musei naturalistici
Una natura così ricca e protetta come quella abruzzese e suo il paesaggio, tanto vario e suggestivo, sono ben narrati e spiegati ai turisti dai numerosi musei a carattere naturalistico. Molti di essi sono legati a parchi e riserve naturali, per i quali hanno spesso anche funzione di centro visita, fornendo al visitatore tutte le informazioni necessarie per godere con piena coscienza delle meraviglie naturali che si stanno per ammirare. Altri musei sono invece specializzati tematicamente e dedicati quindi a particolari aspetti della natura abruzzese. Molto noti e visitati in particolare i sistemi museali dei tre Parchi Nazionali abruzzesi, il Museo Naturalistico “Paolo Barrasso” di Caramanico Terme, il grande Museo Naturalistico Archeologico “Maurizio Locati” di Lama dei Peligni, il Museo Naturalistico-antropologico della Riserva Naturale Zompo lo Schioppo di Morino, e il Museo Naturalistico “Nicola De Leone” centro visita dell’Oasi di Penne.

Musei tematici
L’Abruzzo offre inoltre la possibilità di visitare altri musei la cui tipologia esce di fatto dagli schemi classici, e quindi decisamente curiosi e sorprendenti. È il caso di Chieti, con il Museo di storia delle scienze biomediche, o L’Aquila con il Museo di Speleologia “V. Rivera”; Civitella del Tronto con il Museo Storico delle Armi e delle Mappe della Fortezza, Loreto Aprutino con i suoi due musei dedicati all’olio d’oliva; Ortona, con il Museo Musicale d’Abruzzo e il Museo della Battaglia, che rievoca la terribile battaglia della Seconda Guerra Mondiale che fece della città “la Stalingrado d’Italia” come disse Churchill. A Pescina si trovano il Centro Studi “Ignazio Silone” e il Museo Mazzarino, dedicato al cardinale che fu primo ministro di Francia. Sulmona ospita un inusuale Museo dell’arte e della Tecnologia Confettiera e un bel Museo dell’Immagine. Interessanti per la varietà dei reperti esposti è il Museo di Scienze Naturali e Umane di San Giuliano a L’Aquila.

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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