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Il massiccio del Gran Sasso d’Italia

Una delle strade più antiche dell’Appennino percorre la sinuosa vallata che separa il Gran Sasso dalla Laga. Scavato nei millenni dalle acque del Vomano, il solco scende dal Passo delle Capannelle alle colline di Montorio, ed è stata percorso per duemila anni da una delle strade più importanti dell’Appennino. Negli anni Ottanta l’apertura del Traforo del Gran Sasso ha riportato il silenzio in questi luoghi, ma ha dato un serio colpo all’economia della zona. Vent’anni dopo il Parco si è messo al lavoro per riportare i visitatori in questa magnifica zona nel cuore dell’area protetta. L’elenco degli interventi portati a termine o in progetto include un ristorante, tre foresterie, alcuni musei tematici e diciotto aree di sosta. Molti borghi dei due versanti della valle sono mète di grande interesse. A nord, ai piedi della Laga, sono Cortino con la sua abetina, Crognaleto con la chiesa della Madonna della Tibia, Cesacastina da cui si sale al Fosso dell’Acero (o delle Cento Cascate), la piccola Senàrica che tra il Tre e il Seicento fu addirittura alleata di Venezia e Piano Vomano da cui si sale a Piano del Vento e ai resti di una fortezza italica. Dalla parte del Gran Sasso si raggiungono invece Nerito, Fano Adriano e Pietracamela, base per le ascensioni ai due Corni, che conserva un suggestivo centro storico dominato da torrioni rocciosi. Dove la valle si allarga sui colli sorge Montorio al Vomano, che conserva interessanti monumenti come la chiesa di San Rocco, costruita a partire dal 1527. Chi ama la natura non deve trascurare il Lago di Campotosto, a 1313 metri di quota, che ha preso il posto alla fine degli anni Trenta di una distesa di acquitrini e torbiere. Magnifico belvedere sulla Laga e il Gran Sasso, il bacino è affiancato dai paesi di Campotosto – il Comune più alto del Parco, ricostruito dopo il terremoto del 1703 – e di Mascioni. D’estate il lago è frequentato dagli appassionati del windsurf e della canoa. Per buona parte dell’anno vi si osservano la gallinella d’acqua, la folaga, la moretta tabaccata e il falco pescatore. In primavera ed estate danno spettacolo le danze di corteggiamento degli svassi. L’estensione e la varietà del distretto della Strada Maestra fa sì che chi cammina possa scegliere tra ambienti, atmosfere e livelli di impegno molto diversi. Alle brevi passeggiate panoramiche, come quelle da Campotosto al Monte Cardito o dai Prati di Tivo alla Cima Alta, si affiancano classiche camminate nel verde come le escursioni in Val Maone e lungo il Fosso dell’Acero (o Valle delle Cento Cascate). Itinerari più lunghi e impegnativi portano verso le cime del Monte Corvo, del Monte Gorzano e del Corno Grande, che con i suoi 2912 metri è il “tetto” della catena del Gran Sasso e del Parco. Non ci sono difficoltà, invece, una volta sciolte le nevi dell’inverno, per salire dall’Arapietra verso il Vallone delle Cornacchie, il rifugio Franchetti e il Calderone. Pareti di aspetto dolomitico e il ghiacciaio più meridionale d’Europa compongono il più bell’itinerario di alta montagna dell’area protetta.

Tratto da Gransasso.com

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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