La suddivisione delle città in quartieri, terzieri o sestieri ebbe origine durante l’età comunale, con lo scopo di razionalizzare al meglio la gestione amministrativa della popolazione urbana. La creazione dei quartieri a L’Aquila fu opera di Lucchesino da Firenze, più volte Regio Capitano della città, che la dispose nel 1276, seguendo l’uso dei comuni toscani. I quartieri furono creati come circoscrizioni amministrative, per dividere l’area urbana. La particolarità della suddivisione effettuata fu quella di non limitarla alla città intra moenia, ma di estenderla a tutto il contado circostante, il che accentuò e radicalizzò tra gli abitanti della nuova città il senso di appartenenza al vecchio castello di provenienza. I castelli vennero distribuiti all’interno della città a seconda della posizione geografica da loro occupata. Ciascuno dei quattro gruppi così formò un’unità territoriale, il così detto quartiere. Il contado venne diviso in parti da due linee ideali. Una linea approssimativamente segue la direzione Nord – Sud e divide le due unità amiternina e forconese – vulvense, l’altra sviluppandosi da Est a Ovest forma i quattro quartieri incrociandosi con l’altra sul centro cittadino.
La divisione della città non si fermava qui. L’organizzazione prevedeva che ognuno dei castelli avesse all’interno del perimetro urbano un suo sito, detto locale, nel quale esclusivamente dovevano costruire, per trasferirvisi, gli originali dei castelli. Ogni locale prevedeva anche lo spazio per una chiesa e una piazza antistante a questa. Ancora qualche secolo fa nel centro cittadino erano visibili pietre poste al confine tra i locali, con le indicazioni dei due confinanti. Gli aquilani inoltre per alcuni secoli usarono aggiungere al loro titolo il nome del castello di cui erano originari. I locali di ciascun quartiere non erano unità inviolabili, all’interno di uno si poteva trovare un’enclave appartenente ad un castello di un altro quarto. Questo non aveva nessuna conseguenza, visto che per i cittadini l’appartenenza ad un determinato quartiere non dipendeva dal domicilio ma dall’appartenenza per nascita o discendenza a un determinato castello. Si forma così all’interno del perimetro urbano una serie di nuclei abitati, una specie di duplicato dei paesi di origine, gravitanti intorno ad una piazza con una fontana ed una chiesa. Dalla divisione rimane fuori Piazza Duomo, in quanto luogo che appartiene a tutti i cittadini.
Tratto da ‘Semi sotto la terra’
Con una norma contenuta tra gli antichi Statuti Cittadini del ‘400 si stabiliva che ogni quartiere avesse la propria bandiera: con l’immagine della Vergine il quartiere di Santa Maria; con l’immagine di San Giorgio il quartiere di San Giorgio, oggi Santa Giusta; con l’immagine di San Pietro con le chiavi, quello di San Pietro; con la figura di San Giovanni con un cartello in mano quello di San Giovanni, oggi San Marciano. Si stabiliva inoltre che in tutte e quattro le bandiere fossero dipinti gli stemmi e i gigli del Re e della Regina Giovanna, e anche l’arma della Città, consistente in un’aquila bianca. Abbiamo testimonianza dell’utilizzo di queste bandiere da Buccio da Ranallo, che descrivendo la guerra fatta nel 1320 contro Rieti scrive: “le bannera delli quarti sedevano su la porta, collo confalone dello re…” Successivamente, per esigenze belliche, le bandiere presero le sembianze odierne distinguendosi per colore: Bianco Santa Maria, Verde Santa Giusta, Blu San Pietro, Giallo San Marciano.
Santa Maria
E’ il quartiere più recente. Seguendo la cultura angioina contemporanea, caratterizzata dal razionalismo architettonico e dal concepimento dell’urbanistica in chiave militare e funzionale, è l’unico dei quarti ad essere stato progettato. La chiesa capo-quarto è la prima cosa ad essere costruita, successivamente sarà l’intero quartiere a adattarsi e ad addossarsi ad essa. Santa Maria è l’unico dei quarti a non avere uno sbocco su Piazza Duomo, ospita però al suo interno Piazza Palazzo, sede municipale e simbolo del potere politico. Quarto forconese, fa riferimento al quadrante nord-orientale della città. È caratterizzato dal colore bianco ed il suo stemma occupa il secondo quadrante del gonfalone cittadino.
Santa Giusta
In realtà originariamente era dedicato a San Giorgio. Questo oltre ad essere un santo importante e venerato in tutta la cristianità, è anche uno dei patroni della città. Infatti, il Duomo verrà dedicato a lui e a San Massimo, altro santo importantissimo per gli aquilani. Come noi sappiamo Il Duomo della Citta si trova in Piazza e di conseguenza il quartiere di San Giorgio al suo centro non avrà la tipica chiesa capo-quarto. Al suo posto si insedierà il castello di Bazzano, che con la sua chiesa intitolata a Santa Giusta cambierà il nome del quartiere. Il quarto è tra i più ricchi di palazzi storici; si citano ad esempio Palazzo Bonomo-Ximenes, Palazzo Dragonetti e, soprattutto, Palazzo Centi che sorge frontalmente alla chiesa capo-quarto. La parte meridionale del Quarto è, infine, ad alta densità di verde ed ospita alcuni parchi cittadini oltre che la Villa Comunale. All’interno del quarto si trova la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, probabilmente il più importante monumento della città. Quarto forconese, fa riferimento al quadrante sud-orientale della città. È caratterizzato dal colore verde ed il suo stemma occupa il terzo quadrante del gonfalone cittadino.
San Pietro
cCorrispondeva ad una zona che era tra le più popolose della città, dimora, fra le altre, di famiglie importanti come i Gaglioffi, i Camponeschi e i Pretatti. Il Quarto è attraversato, per tutta la sua lunghezza, da Via Roma, vero e proprio decumano dell’impianto urbano quattrocentesco cittadino. La chiesa capocantiere è quella di San Pietro a Coppito, che sorge nell’omonima piazza, abbellita da una fontana a pianta dodecagonale. Tra gli altri monumenti che spiccano ci sono la chiesa di Santa Maria di Roio, Palazzo Porcinari, Palazzo Camponeschi, la Basilica di San Giuseppe Artigiano. Quarto amiternino, fa riferimento al quadrante nord-occidentale della città. È caratterizzato dal colore blu ed il suo stemma occupa il primo posto del gonfalone cittadino.
San Marciano
Originariamente San Giovanni comprende i dintorni occidentali di Piazza Duomo, in cui è anche la trecentesca chiesa capo-quarto di San Marciano che ha sostituito la distrutta chiesa di San Giovanni di Lucoli, da cui il nome del quartiere. Al suo interno comprende Borgo Rivera che ospita la monumentale Fontana della Rivera, anche detta Fontana delle novantanove cannelle, uno dei simboli della città. La parte più occidentale del Quarto è l’unica intra moenia a non aver subito un importante sviluppo urbanistico a scopo residenziale ed oggi ospita la stazione Centrale ed il polo direzionale del Tribunale di Giustizia. Quarto amiternino, fa riferimento al quadrante sud-occidentale della città. È caratterizzato dal colore giallo ed il suo stemma occupa il quarto quadrante del gonfalone cittadino.
Colapietra R. – 1990, Forma urbana dell’Aquila dal Medioevo al ‘700, L’Aquila
Clementi A. – Piroddi E., 1986, L’Aquila, Laterza, L’Aquila
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