Il territorio di Filignano è compreso nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed è identificato come porta di accesso al settore delle Mainarde. Noto anche come “paese dei muretti a secco“, l’intero centro abitato e il territorio circostante sono caratterizzati dalla presenza di questi manufatti costruiti fin dal Medioevo con i sassi estratti nell’opera di dissodamento dei campi e che ad oggi svolgono un’importante funzione di protezione idrogeologica. Perduti tra i boschi si trovano i Tholos, antiche capanne di pietra montata a secco, di forma tronco conica culminanti in volte molto caratteristiche, usate come ricovero dai pastori. Da visitare l’area umida dello Sbuzzaturo del monte Pantano e il sito archeologico altomedievale delle “Mura di Mennella” che sovrasta l’omonimo borgo ed è attraversato da un’antica via (6 km percorribili a piedi o in mountain bike) che oggi integra la rete sentieristica del Parco Nazionale.
Le mura di Mennella
Nella frazione di Cerasuolo si trovano il museo della flora appenninica e il museo della memoria storica. Da visitare la Chiesa Parrocchiale di Cerasuolo intitolata a San Pasquale Baylon (protettore delle donne) del XIX secolo voluta dall’ultimo feudatario di Cerasuolo, il duca Pasquale Marotta; la Chiesa Madre di Filignano, intitolata all’Immacolata Concezione, edificata per volontà della Duchessa di Miranda, con atto notarile del 1757 e la Chiesa SS. Crocifisso in Selvone che si erge nel punto più alto del centro storico, e la sua costruzione risale allo stesso periodo nel quale fu edificata la chiesa di Filignano (XVIII sec.).ll territorio di Filignano è caratterizzato dalla presenza di numerosissime e preziose edicole votive disseminate dalla devozione popolare lungo le antiche vie vicinali che percorrono le campagne da un borgo all’altro. Da Filignano ci si può facilmente spostare nel Parco, ma anche verso Roccaraso, Castel di Sangro, Rivisondoli, scendere a Isernia o Venafro.
Onoreficenze
Comune di Filignano (IS), Medaglia di Bronzo al Merito Civile (11/03/2011)
Comune situato ai margini della linea ‘Gustav‘, occupato dalle truppe tedesche, subiva violenti saccheggi, devastazioni e continui bombardamenti che causavano la morte di numerosi cittadini, nonché la quasi completa distruzione del patrimonio edilizio. La popolazione subì la deportazione, angherie e sofferenze di ogni genere
Ubicato lungo il tratto molisano della linea difensiva tedesca Bernhardt, il paese di Filignano, nella prima metà di novembre 1943, fu teatro di soprusi sui civili. Nelle settimane precedenti, i tedeschi effettuarono requisizioni di derrate alimentari, di bestiame, nonché rastrellamenti di uomini da utilizzare come manodopera per l’allestimento delle linee difensive. Il 12 novembre, in applicazione delle ordinanze del XIV Panzer-korps che stabilivano di creare una fascia profonda 5 km. dalle linee difensive, nella quale era stata interdetta la permanenza e/o il transito di persone non autorizzate, una pattuglia tedesca, durante un’azione di controllo del territorio, intercettò una coppia di donne che provenivano dalla frazione di Lagoni, dove si trovavano sfollate. Una delle due era già stata precedentemente avvisata del divieto di transito in quell’area. Ciò nonostante, ritornò indietro con un’altra donna ed entrambe furono oggetto di colpi di fucile. Una delle due morì, l’altra rimase illesa riuscendo a fuggire.
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