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Chiesa dei Santi Colomba ed Emidio

Chiesa dei Santi Colomba ed Emidio

Quando nel 1450 il paese di Caprafico fu riedificato a valle presso la chisa di Sant’Emidio, le fu cambiata la titolazione in chiesa dei Santi Emidio e Colomba, in ricordo di una cappella gentilizia già presente nel castello. Nel 1625 la vecchia chiesa di Caprafico fu ristrutturata dalla famiglia Mezzucelli. La data del restauro si leggeva su di un architrave andato in frantumi. Poi nel 1703 la vecchia chiesa fu fortemente danneggiata dal terremoto e da quella data in poi è andata via via in decadenza, fino alla Seconda Guerra Mondiale durante la quale fu ulteriormente compromessa. Venne abbattuta nel 1960 e ricostruita di nuovo e fu inaugurata il 21 maggio 1961

Il fronte principale, con finitura di intonaco colorato, è simmetrico. La sommità segue il profilo di un tetto a due acque; in corrispondenza dell’attacco delle falde figura una croce in cemento, posizionata sul tetto. Il portale è inserito in una cornice maiolicata riccamente decorata con soggetti sacri dipinti con colori molto vivaci. Nella parte superiore, in asse con l’ingresso, figura un oculo con cornice aggettante. L’accesso alla chiesa avviene a mezzo di quattro gradini. Lo spazio interno è un volume unico coperto da soffitto piano. Le pareti sono alleggerite dalla presenza di finestroni centinati con vetrate policrome. L’ingresso presenta una bussola in legno di recente fattura, che sostiene una cantoria. In asse con l’ingresso, nel lato opposto, è presente l’area dell’altare, rialzata su di una sorta di podio e delimitata da balaustra.. L’accesso all’area presbiterale, che occupa lo spazio absidale, avviene tramite un grande arco trionfale, ai lati del quale si aprono due accessi per la sacrestia.

Poi tra il 1980 ed il 1990 fu posto un altare postconciliare di moderna fattura, con teca sottostante, che racchiude la statua del Cristo Morto.

Tratto da Chiese Italiane

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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