Storia
Carapelle Calvisio è il più piccolo comune del centro-sud, con un ampio territorio che si estende fino all’altopiano di Campo Imperatore. La posizione ed il numero di abitanti lo rendono un paesino tranquillo e sereno. Arroccato su una delle propaggini meridionali del Gran Sasso d’Italia, circondato da boschi di querce e pini, Carapelle gode di un clima eccezionale. La limpidezza, la trasparenza, l’asciuttezza ed il profumo dell’aria, la serenità e la tranquillità sono le sue caratteristiche. Le origini di Carapelle risalgono probabilmente ad epoca romana. Lo storico Antinori riferisce che non lontano dall’abitato di Carapelle, in località San Martino, vi era un tempio di Venere e, dal nome di una sacerdotessa della famiglia Calvisia, deriva l’aggettivo “Calvisio” che si aggiunge a Carapelle e Castelvecchio.
La storia travagliata del piccolissimo borgo lo vede passare di mano in mano. Nel 779 apparteneva al convento di San Vincenzo al Volturno che nel 998 lo cede. Nel 1273, sotto Carlo I d’Angiò, diviene Baronia e comprenderà anche i centri di Castelvecchio Calvisio, Calascio, Rocca Calascio, Santo Stefano e, per un breve periodo, anche Castel del Monte. Nel 1318 la Baronia aiuta anche militarmente la Città dell’Aquila contro i Francesi, e nel 1384 Carlo III di Durazzo la concede in feudo a Pietro Conte di Celano. Nel 1421 è assalita da Braccio di Montone e nel 1463: il Re Ferdinando il “Bastardo” donò la baronia ad Antonio Piccolomini. Nel 1569: dai Piccolomini passò ad Ottavio Cattaneo, ma nel 1579: viene ceduta di nuovo con Capestrano a Francesco dei Medici, Granduca di Toscana.
Nel 1743, passò a Carlo III di Borbone, Re di Napoli, di cui ne seguì la sorte fino all’unità d’Italia
Nel 1860: con l’unità d’Italia si staccarono dalla Baronia Calascio, Rocca Calascio e Santo Stefano di Sessanio. Nel 1906: con Regio Decreto, Castelvecchio ottiene la municipalità e, quindi, l’autonomia da Carapelle.
Nel 1911: con l’ausilio del lavoro dei cittadini viene inaugurato il 1° acquedotto proveniente dalle falde del Monte Prena.
Eventi
Il Paese conserva ancora oggi le tracce della sua storia secolare, più manifeste nei tratti delle mura medioevali e nella Chiesa di San Francesco d’Assisi che merita una particolare attenzione per i notevoli affreschi del ‘400, ‘500, ‘600. Altri monumenti d’interesse storico sono la Chiesa Parrocchiale della Beata Vergine e di San Vittorino, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Chiesa e la fonte medioevale di San Vittorino, la torre d’avvistamento ed il Santuario di San Pancrazio.
Osservando la struttura urbanistica del paese, si nota la circonvallazione che fiancheggia interamente le mura e le opere di difesa. Tre e poi quattro furono le porte della città murata di Carapelle, le vie strette sono sovrastate da archi e archetti che congiungono i fabbricati, piccoli slarghi permettevano alla gente di riunirsi a chiacchierare.
Credits: gransassolagapark.it
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