Campotosto è interessato dalle seguenti componenti ambientali sensibili: − il SIC “Monti della Laga e Lago di Campotosto” – IT7120201 e − la ZPS “Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga” – IT7110128. I Monti della Laga sono costituiti in prevalenza di arenarie e marne. Questa particolarità geologica determina, oltre ad una vegetazione particolare, anche la fauna: le vasche sottostanti le cascate costituiscono l’ambiente riproduttivo ideale per molte specie di anfibi. Le acque dei Monti della Laga versano nel Lago di Campotosto, un invaso posto a massimo 1.318,25 slm che per dimensione costituisce il più grande bacino lacustre della regione Abruzzo, il secondo lago artificiale più grande d’Europa ed uno dei più significativi dell’Italia centrale appenninica. Il lago rappresenta l’ambiente acquatico con maggiori presenze avifaunistiche della regione
Il comune ospita nel complesso circa 484 abitanti. (Dati Istat al 31 dicembre 2019) La maglia urbana è caratterizzata da una infrastruttura principale che scende dalla parte alta del paese verso il paesaggio lacustre e da una serie di strade minori disposte a pettine che si intersecano con la principale via Castellocentro storico è idealmente composto da cinque aree i cui nomi storici sono “Il Castello”, ” Il Colle”, “Le Piannaville”, “Il Troccotello” e un’area edificata in tempi più recenti che potremmo assumere con il nome “Le Case del Lago”. Non esiste un limite netto al perimetro di tali aree, ma per una migliore organizzazione e più facile identificazione ne indicheremo convenzionalmente uno. (come mostrato in figura) Nello specificio “Le Piannaville” identificano la zona della piazza, la parte “piana” del paese, mentre “Il Castello” individua la parte dell’abitato posta a quota più alta, dove presumibilmente una volta sorgeva un castello. “Il Colle” è posto lungo la salita (via Castello) che porta dalla piazza al castello, mentre “Il Troccotello”, è situato nella zona est del paese, lungo appunto la via del Troccomello.. L’insediamento è formato da case a schiera che si attestano sulle strade minori, formando una serie di terrazzate che, partendo dal basso (lago) fino a salire sulla parte alta ove un tempo era presumibilmente situato il Castello. Le numerose ricostruzioni che hanno subito il centro urbano di Campotosto e i centri delle frazioni di Mascioni e Poggio Cancelli, per motivi di carattere naturale legate ai fenomeni sismici di cui l’intero territorio è soggetto ma anche per motivi legati a dispute tra le fazioni del Contado di Amatrice (Rieti) e del Contado di Montereale (L’Aquila) che hanno conteso il territorio di Campotosto nel corso della storia, hanno comportato la perdita delle tipologie edilizie del centro urbano cancellando di fatto ogni tratto originale della struttura urbana e insediativa soprattutto del capoluogo di Campotosto. Molto scarna è la documentazione storica disponibile e ben poche sono le notizie circa le strutture storiche ed i caratteri insediativi del territorio comunale.
Il tessuto edilizio si presenta composto da edifici sia in muratura, che in cemento armato ed il processo di sostituzione edilizia, causato dall’elevata sismicità e frequenza degli eventi, ha comportato una diffusa disomogeneità degli aggregati edilizi, con conseguenze spesso non positive per le vecchie costruzioni in muratura laddove contigue a più recenti in cemento armato. Con esclusione di qualche edificio storico recuperato prima del 2009, gli eventi sismici 2016 e 2017 hanno per gran parte compromesso le possibilità di conservazione delle poche testimonianze ancora esistenti del vecchio tessuto, soprattutto a causa delle pessime condizioni di conservazione di molti antichi manufatti ormai dismessi, abbandonati o al più utilizzati come depositi, non risultando più idonei come residenze non solo sotto l’aspetto tipologico e funzionale, ma, soprattutto, strutturale.
L’area di Campotosto è ubicata sul bordo sud-orientale del Bacino della Laga, a ridosso delle strutture carbonatiche del Gran Sasso. Il sottosuolo è caratterizzato dalla presenza di detriti silico-clastici del Flysch della Laga (arenarie, argilliti e marne: Formazione della Laga, Miocene sup) appartenenti alle sequenze arenacee del membro pre-evaporitico. Tale Formazione affiora sui rilievi che delimitano la depressione di Campotosto e costituisce il substrato litoide per tutte le unità successive. Al di sopra di questa, come depositi di colmamento delle depressioni tettoniche intramontane e delle incisioni fluviali, sono presenti sedimenti di ambiente continentale in facies fluviale, fluvio-lacustre o lacustre, con granulometria variabile dalle argille alle ghiaie. Infine, alla base dei versanti, sono presenti depositi detritici, derivanti dallo smantellamento in ambiente subaereo delle unità del substrato pre-Quaternario. I terreni più recenti presenti nell’area sono rappresentati da coltri colluviali, nonché dai sedimenti alluvionali del F. Aterno e dei suoi affluenti.
La faglia di Campotosto
L’area del Monte di Mezzo, è soggetta a movimenti del terreno, poiché sede di un’importante faglia dell’Appennino abruzzese, situata tra i centri di Montereale, Capitignano e Campotosto appunto. Eventi sismici storici sono documentati con il terremoto dell’Aquila del 1461, che tuttavia si verificò presso Paganica, e il maggiore evento del terremoto dell’Aquila del 1703.
Questo terremoto ebbe tre scosse distruttive verificatesi il 14 gennaio e il 2 febbraio dell’anno, con una magnitudo di 6.8 gradi della scala Richter, con epicentro tra Montereale e Campotosto, allora piccolo borgo pastorale. Danni gravissimi si ebbero specialmente a L’Aquila, distante 30 km circa di distanza, poiché il 2 febbraio si attivò anche la spaccatura del piccolo comune di Barete. Un altro terremoto si manifestò nel Novecento, con scosse nell’arco del biennio 1950-1952. La scossa principale, con epicentro sul Gran Sasso, si verificò alle 04:08 (ora italiana) del 5 settembre 1950 e fu di magnitudo 5,68 Mw.
Nuovamente la faglia si è riattivata nell’ottobre del 2016 dopo la scossa di magnitudo 6.5 a Norcia, raggiungendo scosse di magnitudo 5.3 e 5.5 a Montereale e Capitignano alle 11:14 e alle 11:25 del 18 gennaio 2017; ultimo evento del terremoto del Centro Italia del 2016. Danni sono stati valutati al 70% del settore urbano di Campotosto, con parziale abbattimento della facciata della chiesa parrocchiale, per questioni di sicurezza. Dopo un iniziale allarmismo riguardante il possibile effetto “Vajont” del lago artificiale sulla vallata, la diga è stata parzialmente svuotata e l’allarme rientrato, anche grazie allo scioglimento dell’abbondante nevicata. All’Aquila non si sono registrati danni rilevanti. Nella zona di Campotosto si trova il secondo bacino idrico più grande d’Europa, sul quale insistono tre dighe per la produzione di energia idroelettrica. L’area è stata interessata dal terremoto del 2009 e da una nuova serie di scosse sismiche a gennaio del 2017. A seguito di quest’ultime, la Commissione Grandi Rischi ha evidenziato un aumento della pericolosità delle faglie, ma ha escluso all’epoca il rischio di un “Vajont locale”, ossia di movimenti del sottosuolo nelle alture circostanti e caduta di parti di montagna nel lago.
Il territorio abruzzese è storicamente caratterizzato da una notevole attività sismica prevalentemente legata tettonica di tipo distensivo. Questa è concentrata prevalentemente nell’area appenninica (a W della dorsale del Gran Sasso e della Maiella) e ovviamente anche il Comune di Campotosto è stato interessato da numerosi eventi sismici (Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani CPTI15) La pericolosità sismica consiste in una stima quantitativa dello scuotimento del terreno, in una determinata area, dovuto ad un evento sismico, ed è differenziabile in due differenti scale: quella di base e quella locale. La pericolosità sismica di base dipende dalle caratteristiche sismologiche dell’area (tipo, dimensioni e profondità delle sorgenti sismiche, energia e frequenza dei terremoti) e stima in modo probabilistico, per una certa regione e in un determinato periodo di tempo, i valori dei parametri corrispondenti a determinate probabilità di eccedenza. Tali parametri (velocità, accelerazione, intensità, ordinate spettrali) descrivono lo scuotimento prodotto dal terremoto in condizioni di suolo rigido e senza amplificazioni morfologiche (terremoto di riferimento). L’analisi di pericolosità sismica di base (macrozonazione) è stata effettuata dall’INGV per l’intero territorio nazionale realizzando un reticolo di riferimento avente lato di 0.05° (circa 5.5 km). Tale metodo considera la maglia elementare di riferimento come più preciso parametro per la classificazione sismica del territorio, in quanto tiene conto delle caratteristiche specifiche e consente di stimare meglio le accelerazioni di picco al suolo (ag), i fattori amplificativi degli spettri (Fo) ed i periodi Tc relativi a ciascun possibile sito, ossia i tre parametri da cui discende lo spettro di risposta usato nella determinazione delle azioni sismiche. Nella mappa di pericolosità sismica della regione Abruzzo, espressa in termini di accelerazione del suolo con probabilità di eccedenza del 10% in 50 anni, riferiti ai suoli rigidi, il comune di Campotosto rientra in una zona ad altissima pericolosità sismica, con valori di accelerazione orizzontale compresi nell’intervallo 0.250-0.275g. Inoltre dagli studi INGV (fonte http://esse1-gis.mi.ingv.it/) emerge che nell’area di Campotosto è possibile attendere eventi sismici di magnitudo superiore al quinto grado (Mw≥5.5)
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