Oppida (“ocre” in lingua marsa) ed alcuni santuari erano situati nella zona della torre di Sperone e intorno alla vicina cittadella di Gioia Vecchio che rappresentava un centro fortificato dei Marsi, secondo gli studi effettuati dallo storico ed antropologo Antonio De Nino.
Il toponimo ha origine da quello di due antichi castelli: Sparnasio, che deriverebbe dal dio greco Pan e Asinio che era situato sul sentiero che collega il borgo alla vicina comunità di Aschi Alto. Successivamente, dall’unione dei due castelli, si formò il primitivo nucleo abitato, chiamato nel medioevo Speron d’Asino, che nell’anno 1193 risultò essere un feudo di Simone di Capistrello, signore di alcuni castelli-recinto della Marsica insieme al fratello Crescenzio.
La torre cilindrica, che domina l’abitato ad un’altitudine di 1240 m s.l.m., risale al XIII secolo quando fu innalzata dai conti dei Marsi in concomitanza con l’espansione della contea di Celano, per controllare il vicino “passo Sparnasio” e in allineamento militare con le analoghe strutture presenti intorno al lago Fucino. Superate le esigenze logistiche di controllo del territorio, in particolare del confine con la valle Peligna e l’Alto Sangro che per tutto il periodo medievale ha rappresentato un importante via di comunicazione con i territori del sud Italia, il paese perse d’importanza strategica.
Unitosi amministrativamente a Gioia dei Marsi nel 1840 contava una popolazione di circa 220 unità nel 1869, così come riportò lo storico Andrea Di Pietro.
Sperone è stato profondamente segnato dal sisma del 1915 che distrusse buona parte del territorio della Marsica, causando oltre 30.000 morti e distruzione in tutta l’area del centro Italia. La faglia del Fucino che generò il sisma, infatti, presenta la terminazione meridionale con l’espressione superficiale ben visibile, sul monte Serrone dove sorgeva il paese originario che fu completamente distrutto.
A causa dell’inadeguatezza della struttura urbana, semplice e frammentata, e della posizione di forte pendio delle abitazioni, una commissione di esperti decise di delocalizzare il paese che fu ricostruito più a valle, mentre il centro originario assunse la denominazione di Torre Sperone. Nel XX secolo le mutate condizioni socio-economiche spinsero gli abitanti a trasferirsi definitivamente, tra il 1963 e il 1971, presso il costruendo Borgo Sperone nella sottostante conca del Fucino, mentre il nucleo abbandonato venne identificato come Sperone Vecchio
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