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Arte salvata dopo il sisma del 6 aprile 2009

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Grazie all’attività dei volontari di Legambiente per la tutela e la messa in sicurezza del patrimonio culturale mobile durante l’emergenza sisma, della Protezione Civile e di privati cittadini, proviamo a tirare le somme del patrimonio artistico, di inestimabile valore, messo in sicurezza durante e dopo il sisma del 6 aprile 2009.

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L’Aquila, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante dopo il sisma del 6 aprile
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L’Aquila, la Chiesa di San Pietro a Coppito dopo il sisma del 6 aprile
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L’Aquila, la Chiesa di San Pietro a Coppito dopo il sisma del 6 aprile
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Chiesa di San Pietro a Coppito dopo il sisma del 6 aprile
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L’Aquila, il Castello Cinquecentesco sede del Museo Nazionale d’Abruzzo
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Un’operazione di recupero particolarmente complessa eseguita dai Vigili del Fuoco al Castello Cinquecentesco dell’Aquila, sede del Museo Nazionale d’Abruzzo

 

La vera e propria fase operativa di recupero e messa in sicurezza delle opere d’arte ha avuto inizio il 13 aprile con i primi interventi presso la Curia Arcivescovile a L’Aquila. Da allora a oggi, in quasi un anno di attività, i volontari delle squadre di Legambiente protezione civile beni culturali hanno contribuito al recupero e alla messa in sicurezza di 4.999 opere d’arte catalogate in 3.610 schede di rilievo del danno informatizzate dagli stessi volontari. Le schede, infatti, in alcuni casi comprendono più opere dello stesso gruppo o serie catalogate assieme e descritte in allegato alla scheda stessa.
Tra le opere recuperate figurano beni di grande importanza e valore, testimonianza della storia, della tradizione e della cultura d’Abruzzo, elementi di forte importanza per l’identità delle comunità locali. Le opere salvate comprendono, come sinteticamente illustrato nella Tabella 1, dipinti, sculture, tessuti di pregio, oreficerie tra cui arredi sacri e oggetti liturgici e ogni altra tipologia di oggetti di interesse storico-artistico.

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L’Aquila, Palazzo della Prefettura: lo spettacolare recupero di una tela del pittore Teofilo Patini

Alla categoria indicata con “altre tipologie” appartengono opere di straordinario interesse e importanza e anche oggetti che di consueto non vengono immediatamente ricondotti alla categoria di opere d’arte e che pure, per la loro stessa natura, costituiscono testimonianza della tradizione culturale di una comunità. Per la maggior parte si tratta di opere sacre, tra cui croci e crocifissi di diverse epoche e fattura, ma anche di elementi decorativi architettonici in stucco o gesso e di tessuti di pregio. Tra queste opere figurano, ad esempio, le parti di decorazioni fisse recuperate tra le macerie nella Basilica Santa Maria di Collemaggio, nella Chiese di Santa Maria Paganica e di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante.

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Tra queste figura anche il Gonfalone della città dell’Aquila recuperato con un intervento di particolare complessità al Castello Cinquecentesco sede del Museo Nazionale d’Abruzzo, di cui tratteremo nel paragrafo successivo. Nelle opere comprese nella categoria “altre tipologie” figura anche una delle mattonelle di rivestimento della Fontana delle 99 cannelle. 
Gli interventi finalizzati alla salvaguardia e alla messa in sicurezza delle opere d’arte riguardano per la maggior parte operazioni di recupero, delocalizzazione e trasporto nei magazzini temporanei. In altri casi si è deciso di realizzare degli interventi di messa in sicurezza in loco. Gli interventi di delocalizzazione hanno riguardato 3.163 opere, gli interventi di messa in sicurezza in loco sono stati 385 e gli interventi di consolidamento e messa in sicurezza di affreschi sono stati 14.
Le opere delocalizzate e messe in sicurezza comprendono beni risalenti a diverse epoche e correnti artistiche e culturali. Come illustrato nella Tabella 2, le schede di rilievo del danno comprendono, oltre a 1.141 beni mobili non datati e a cui non è attribuibile una datazione certa, opere che risalgono ad un lunghissimo periodo che va dall’età medievale a quella contemporanea. Tra le opere salvate figurano elementi architettonici risalenti al V secolo, che decoravano la Chiesa di San Giovanni Battista a Scoppito (AQ). Dal Castello Cinquecentesco dell’Aquila sede del Museo Nazionale d’Abruzzo sono stati invece recuperati, per citare solo alcuni esempi, una scultura raffigurante una Madonna con Bambino e un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino e Santi risalenti al XII secolo; sempre dal Museo Nazionale sono stati messi in sicurezza la Croce processionale dell’Arcivescovado in bronzo, un dipinto raffigurante la Madonna del Latte del XIII secolo e la Madonna Nera di Costantinopoli, del XIV secolo; tra le opere risalenti al XV secolo figurano il dipinto con Madonna col Bambino e Crocefissione di Andrea Delitio e il dipinto con S. Bernardino da Siena di Sano di Pietro collocati al Museo Nazionale, il Cristo crocifisso scultoreo di Giovanni Di Biasuccio dalla Chiesa di S. Margherita; tra le opere recuperate risalenti al XVI secolo anche un dipinto, posto in salvo nella Chiesa e Convento di Santa Chiara, attribuito a Raffaello.

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La conocchia raffigurante la Madonna Addolorata della Chiesa di Santa Maria della Pace di Capestrano

L’Aquila, Chiesa di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante

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Recuperi nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio
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Ancora recuperi nella Chiesa di Santa Maria del Suffragio
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La Madonna col Bambino in legno intagliato e policromato risalente legno intagliato e policromato, XIV secolo al XV secolo nel “laboratorio aperto” di restauro realizzato nell’ambito del progetto Terra Madre Abruzzo
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La Madonna Adorante in terracotta, fine XV- inizi XVI secolo

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Il ritrovamento di un affresco nella Chiesa di San Pietro Apostolo
Onna è una delle frazioni del comune dell’Aquila maggiormente colpite dal sisma di aprile. Il paese è stato quasi completamente distrutto e molte, purtroppo, sono state le vittime. Posta al centro della conca forconese, Onna deve il nome dal termine unda, all’abbondanza di acque dei fiumi che attraversano il suo territorio. Il nome del villaggio compare per la prima volta nel 1178, come Villa Unda, in una bolla papale di Clemente III. Già nel mese di aprile erano state delocalizzate dalla Chiesa di San Pietro Apostolo due sculture raffiguranti la Madonna Addolorata e S. Antonio Abate. Ad agosto si è nuovamente intervenuti nella chiesa per il recupero degli elementi di interesse culturale presenti tra le macerie esterne ed interne della zona absidale. La chiesa fu costruita nel XIII secolo per volontà dei monaci Cistercensi che avevano nel Monastero di Santo Spirito d’Ocre (edificato nel 1226) una delle loro sedi principali nell’aquilano.

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Onna, la Chiesa di San Pietro Apostolo gravemente danneggiata dal sisma del 6 aprile
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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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