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Grand River suonerà al tramonto tra le rovine di Peltuinum

 

Sabato 22 Aimée Portioli si esibirà per Paesaggi Sonori e Univaq

Significa che la cultura, intesa come teatro, cinema, musica, arte dal vivo, letteratura, non è qualcosa cui assistere, ma ci spinge a compiere un atto di vita, un’azione che la cultura sollecita”.
Alle 16 ci saranno visite guidate dell’area di Peltuinum, alle 19 una sessione ‘Vayu Yoga Kriya‘, quindi il concerto al tramonto, a partire dalle 19.30. La compositrice e produttrice italo-olandese Grand River ha registrato e rielaborato diversi tipi di vento, strati e altezze e li ha integrati nel concerto ‘Tuning the Wind‘. Il concerto godrà di uno scenario suggestivo, al tramonto e tra le mura dell’antica città vestina di Peltuinum.

 

 

“Vento è aria in movimento, non emetterà alcun suono se nulla lo ostacola. Il vento può produrre molti suoni diversi a seconda della sua forza e degli oggetti che tocca. A volte il vento ulula, altre volte canta o fischia e può passare da un dolce mormorio a un ruggito rabbioso. Molte sono le frequenze e i timbri del vento – spiegano gli organizzatori in una nota – Il vento in questo concerto diventa uno strumento preparato che a volte è sintonizzato sul riferimento di 440 Hz, altre volte gli strumenti sono sintonizzati sul vento. Natura e musica diventano una cosa sola, non c’è distinzione tra un sintetizzatore e il vento, tra l’elemento naturale e lo strumento creato dall’uomo, tra un’onda sonora e un soffio di vento. Negli ultimi anni, le persone hanno sperimentato una riconnessione con la natura e l’hanno abbracciata come uno spazio sicuro in cui sentirsi vivi e liberi. La rappresentazione di una qualità astratta in forma umana del vento in ‘Tuning the Wind’ esprime la nostra relazione, esperienza e dialogo con l’ambiente naturale”.

IL CONCERTO
La compositrice e produttrice italo-olandese Grand River ha registrato e rielaborato diversi tipi di vento, strati e altezze e li ha integrati nel concerto “Tuning the Wind”. Il concerto godrà di uno scenario suggestivo, al tramonto e tra le mura dell’antica città di Peltuinum.

Vento è aria in movimento, non emetterà alcun suono se nulla lo ostacola. Il vento può produrre molti suoni diversi a seconda della sua forza e degli oggetti che tocca. A volte il vento ulula, altre volte canta o fischia e può passare da un dolce mormorio a un ruggito rabbioso. Molte sono le frequenze ed i timbri del vento. Il vento in questo concerto diventa uno strumento preparato che a volte è sintonizzato sul riferimento di 440 Hz e altre volte gli strumenti sono sintonizzati sul vento. Natura e musica diventano una cosa sola, non c’è distinzione tra un sintetizzatore e il vento, tra l’elemento naturale e lo strumento creato dall’uomo, tra un’onda sonora e un soffio di vento. Negli ultimi anni, le persone hanno sperimentato una riconnessione con la natura e l’hanno abbracciata come uno spazio sicuro in cui sentirsi vivi e liberi. La rappresentazione di una qualità astratta in forma umana del vento in “Tuning the Wind” esprime la nostra relazione, esperienza e dialogo con l’ambiente naturale.

LE VISITE GUIDATE
Prima di immergerti completamente nel concerto, ti suggeriamo di dedicare un pò di tempo a conoscere meglio il luogo che ci ospita in compagnia della Prof.ssa Luisa Migliorati insieme al team di archeologi ricercatori.

Questo ti permetterà di apprezzare appieno il paesaggio circostante e di scoprire dettagli affascinanti legati alla storia dell’antica città di Peltuinum. Non perdere l’opportunità di visitare il sito archeologico raccontato da chi per professione e vocazione tutti i giorni cerca, interpreta e ricostruisce le radici della nostra storia. Raccomandiamo di osservare queste semplici condizioni: le visite guidate si terranno dalle ore 16:00 alle ore 19:00 in gruppi da 30 persone ogni 30 minuti.

LA SESSIONE VAJU YOGA KRIYA
Dopo la visita guidata del sito archeologico e prima del concerto è possibile partecipare anche alla sessione Vayu yoga kriya organizzata da Om Shanti Yoga Connection e condotta da Milva Shanti.Nella tradizione yogica, l’aria è detta vayu, che non significa solo aria come miscela di azoto, ossigeno, anidride carbonica e altri gas, bensì come dimensione del movimento. Fra i cinque elementi di base – terra, fuoco, acqua, aria e etere – che costituiscono noi e ogni cosa nell’universo, l’aria è l’elemento più accessibile e relativamente il più facile su cui ottenere una ragionevole padronanza. Ecco perché un gran numero di pratiche yogiche sono strutturate intorno a vayu o aria.

Fra tutti gli elementi, il vento è quello in grado di generare la massima forza. Ciò è vero sia per l’atmosfera esterna sia internamente al sistema umano. Durante l’incontro impareremo ad attivare questo elemento nel nostro corpo, attraverso delle pratiche di respirazione e meditazione attiva.

IL LUOGO
Il sito di Peltuinum è inserito in un paesaggio unitario: la lunga vallata di Popoli mantiene quasi intatti i sistemi di comunicazione antichi (compreso l’asse tratturale) con tutti gli originari collegamenti tra castelli, borghi e pievi; è incorniciato a nord dal massiccio del Gran Sasso e a sud dal gruppo montuoso Sirente-Velino, vicino ai quattro grandi Parchi. La città di Peltuinum, fondata fra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. nel territorio abitato dal popolo dei Vestini, si estende su un pianoro sopraelevato rispetto all’Altopiano di Navelli emergente tra la valle dell’Aterno e quella del Tirino, naturali vie di attraversamento dell’Appennino Abruzzese. La città aveva un ruolo, sia politico che economico, strategico nel controllo dei traffici commerciali legati ai percorsi della transumanza; anche in tempi più vicini a noi il pianoro era attraversato in senso E-O dal Regio Tratturo Borbonico, le cui strutture doganali si sono insediate sul sistema di ingresso della città romana. La vita della città termina intorno al IV secolo, forse a causa di un terremoto più forte di quelli che si verificavano di frequente.

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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