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Un ‘relievo’ per il Feudo di Tagliacozzo


Immagine della battaglia di Tagliacozzo

Dopo la morte di Filippo II Colonna, duca di Tagliacozzo, avvenuta il 6 novembre 1714, era stata inviata alla Regia Camera della Sommaria una «petizione del relevio» dal figlio Fabrizio II nel 1715

“Nota se una denuncia di tutte le rendite feudali pervenute all’illustre don Fabrizio Colonna, gran contestabile del regno, duca di Tagliacozzo, principe di Palliano, marchese d’Atessa, per morte dell’illustre don Filippo Colonna, suo padre, e seguita a 6 novembre1714, per l’entrate feudali del’infratte terre e feudi, che si computa dalli 7 novembre 1714 e per tutto li 6 novembre1715”

Divise per località, i contabili di Fa brizio Colonna avevano elencato tuttele rendite dei suoi beni. Per esempio,a Tagliacozzo, il mulino di proprietà del duca «si ritrova affittata ad Andrea Gigli di Tagliacozzo giusta anni tre dal primo gennaio 1713» con un canone di locazione annuo di quattro ducati . Nell’elenco dei profitti derivanti da-gli affitti troviamo anche denunce di fitto riguardanti case, terre messe a coltura o incolte, palazzi e altri beni immobili appartenenti al patrimonio dei Colonna. Sono menzionati anche gli introiti di imposte feudali che i sudditi pagavano al barone.

«La dohana con l’erbaggio della dohana di Tagliacozzo, contado d’Albe,Valle di Roveto e Corvaro ha fruttatoin ducati settecentoquaranta dedotte tutte le spese»

La significatoria, con la quale si autorizzava la pagamento del relevio, venne emessa il 28 febbraio 1716
« Liquidazione del relevio presentato in questa camera [Regia Camera dellaSommaria] dai periti dell’illustre don Fabrizio Colonna, duca di Tagliacozzo, principe di Palliano e marchese d’Atessa, per morte del quondam duca Filippo, suo padre, seguita a 6 novembre 1714 giusta l’entrate feudali di diverse terre nelle due provincie d’Apruzzo Citra e Ultra »
Dopo aver versato l’imposta, l’erede del duca Filippo ereditava ufficialmente il feudo di Tagliacozzo e gli altri patrimoni feudali di proprietà della sua famiglia nelle provincie dell’Abruzzo Citeriore e Ulteriore. Il re Federico I d’Aragona aveva concesso nel 1497 la contea di Tagliacozzo, elevata nel frattempo al rango di ducato, e alcuni feudi limitrofi (Avezzano, Cappadocia, Capistrello) al capitano Fabrizio I Colonna, duca di Paliano (FR), dopo esser stati sottratti agli Orsini per volere di papa Alessandro VI Borgia.
Qualche anno prima, nel 1482, il Colonna era già riuscito a sottrarre la contea marsicana al rivale Gentile Virginio Orsini, conte di Tagliacozzo e Albe e duca di Bracciano (RM), grazie al sostegno politico (e militare) degli Aragonesi, ma era stato costretto a restituirla su richiesta di papa Sisto IV. Fabrizio Colonna, inizialmente,aveva appoggiato il sovrano francese Carlo VIII di Valois durante la sua discesa in Italia nel 1494 per rivendicare la corona del regno di Napoli. Successivamente, il duca dei Marsi aveva abbandonato il re d’Oltralpe per allearsi di nuovo con gli Aragonesi, ottenendo come ricompensa un consistente numero di feudi nell’Abruzzo Citeriore e in quello Ulteriore. In seguito alla scomunica di papa Alessandro VI Borgia (1501) per il sostegno dato al re Federico d’Aragona, Fabrizio Colonna aveva perso tutte le sue pro prietà.
Nel 1503, con la morte del pontefi-ce, al nobile tagliacozzano erano statirestituiti i feudi. Da allora e per i suc-cessivi due secoli, i Colonna avevanoconservato il titolo di duchi di Tagliacozzo fino all’eversione del feudale-simo nel 1806.Il relevio era un tributo introdotto nel Regno di Napoli dai Normanni nel-l’XI secolo ed era corrisposto dai baroni per la successione feudale. In origine, solo i valvassori, i subordinati dei vassalli, erano tenuti a pagare la tassa e, in un secondo momento, tuttii feudatari erano stati obbligati a versarla. Entro un anno dalla morte del barone, il suo erede inoltrava alla Regia Camera della Sommaria la «petizionedel relevio», ovvero il futuro feudatario proponeva una somma di denaro che si riteneva congrua al valore della baronia soggetta all’imposta di successione.
Il barone presentava anche un carteggio che attestava il legittimo possesso dei feudi per diritto ereditario e la lista delle rendite, per giustificare l’offerta monetaria della petizione. A sua volta, la Regia Camera della Sommaria apriva un’istruttoria per accertare la veridicità delle dichiarazioni del feudatario. Qualora non ci fossero stati problemi durante le operazioni di verifica, si inoltrava al barone la significatoria per liquidare la tassa da versare nelle casse reali. Questa era pari alla metà delle rendite dei beni feudali decurtata dell’adoa, ovvero il tributo sostitutivo del servizio militare che ogni barone doveva prestare al re in cambio dell’investitura feudale.
In totale, le rendite dei beni dei Colonna ammontavano a 12.534 ducati, meta de quali spettante alla regia corte giusta causa di detto relevio, ovvero 6.267 ducati. Sottratta l’adoa da questa somma, Fabrizio Colonna avrebbe dovuto pagare un’imposta di 3.178 ducati. Dopo aver versato la tassa, il feudatario era iscritto come legittimo possessore del feudo nei cedolari, il registro dove si annotavano le imposte dovute dai vassalli al re di Napoli.

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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