10 letture     Tempo lettura: 6 Minuti

Dalla madonnina alla vetta per il Rifuglio Franchetti – Corno piccolo

Ascensione classica su una delle più note cime del Gran Sasso, attraverso la nuova linea di salita della ferrata Danesi, recentemente riattrezzata. Il percorso di salita alla vetta e il rientro per la normale regalano all’escursionista la perfezione di una linea e l’esaltante esperienza di muoversi in un ambiente alpinistico di alto valore. La geometria e l’articolazione delle rocce, gli scorci, i panorami, e la vetta più simile a un trono che a un semplice vertice orografico, ne fanno un unicum in Appennino, che non può mancare nell’esperienza di un escursionista. Come pure la sosta a una perla dei rifugi, il Franchetti dello straordinario gestore Luca Mazzoleni.

Di Paolo Filippini e Roberto Annibalini

Ascensione classica su una delle più note cime del Gran Sasso, attraverso la nuova linea di salita della ferrata Danesi, recentemente riattrezzata. Il percorso di salita alla vetta e il rientro per la normale regalano all’escursionista la perfezione di una linea e l’esaltante esperienza di muoversi in un ambiente alpinistico di alto valore. La geometria e l’articolazione delle rocce, gli scorci, i panorami, e la vetta più simile a un trono che a un semplice vertice orografico, ne fanno un unicum in Appennino, che non può mancare nell’esperienza di un escursionista. Come pure la sosta a una perla dei rifugi, il Franchetti dello straordinario gestore Luca Mazzoleni.

Parcheggiata l’auto nel piazzale della funivia di Prati di Tivo, con l’ausilio dell’impianto di risalita (cabine a otto posti), si raggiunge velocemente la stazione superiore, posta a 2.006 metri di quota. Scesi dall’impianto, ci si trova al cospetto dei due giganti di roccia, il Corno Grande a sinistra e il Piccolo a destra, che incombono a Sud a formare un magnifico trono naturale che si innalza quasi a sostenere il cielo soprastante.
L’immagine è forte, e segnerà tutta l’ascesa, per l’ambiente così improvvisamente diverso da quello che si è lasciato appena più sotto. Si parte per l’escursione passando a fianco della rampa che conduce alla nicchia rocciosa con la statua della Madonna del Gran Sasso (la Madonnina), sul crinale che sale dall’Arapietra. Il sentiero –frequentatissimo- è ampio e prende subito quota fino a un ghiaioncino, dove fa un’ampia curva a sinistra. Poco sopra, al secondo tornante, si stacca a destra il Sentiero Pier Paolo Ventricini, attrezzato all’altezza delle Tre Spalle del Corno Piccolo e più oltre. Il nostro percorso si porta sul lato opposto, e con ripide svolte scavalca l’esposto passo delle Scalette, dal quale si domina il vallone delle Cornacchie e il sottostante vallone di S. Nicola. Si traversa sotto la precipite parete Est del Corno Piccolo e per una selva di massi si raggiunge lo sperone che a partire dal Rifugio Franchetti divide a metà il Vallone delle Cornacchie. Un tratto attrezzato con corrimano consente di salire in sicurezza la cengia che collega ai prati soprastanti. Da lì il sentiero affronta la salita cavalcando lo sperone e per una serie di tornantini giunge a una zona erbosa più aperta: si continua verso destra, dove un’altra zona di sfasciumi e grandi massi obbliga a una divertente progressione, tenendosi in equilibrio tra un blocco e l’altro. A q. 2.380 si cambia decisamente direzione e per un’ultima rampa si raggiunge a Est Sud Est il Rif.° Franchetti . Posto sopra lo sperone che divide la Valle delle Cornacchie, il rifugio è uno straordinario punto di osservazione della elegante parete Est del Corno Piccolo e della possente corona formata dalle cime del Corno Grande. Luogo di squisita ospitalità, il Franchetti consente di tirare il fiato e rifocillarsi prima di affrontare la salita al Massiccio del Corno Piccolo . Dal rifugio si continua per l’evidente traccia che porta a destra rispetto alla direzione d’arrivo e taglia diagonalmente la costa rocciosa e brecciosa che scende dalla Conca del Calderone (alta Valle delle Cornacchie). Per un breve tratto ripido e friabile si raggiunge la dorsale che collega Corno Grande (Vetta Occidentale) a Corno Piccolo: siamo sulla la Sella dei Due Corni, e l’affaccio diretto è sul Pizzo d´Intermesoli, che si innalza imponente dalla sottostante Val Maone. La nostra sella è sovrastata dalle caratteristiche ed eleganti strutture delle Fiamme di Pietra . Si scende ora per un breve tratto nel Vallone dei Ginepri, per sentiero scosceso e sdrucciolevole che si tiene prossimo alle pareti rocciose.

Subito a valle dello spigolo basale del Campanile Livia, s’incontra un bivio dove una targa e delle scritte indicano l’attacco della Via Ferrata Danesi. Ristrutturata di recente, questa opera fissa di assicurazione alla progressione consente di arrampicarsi per le splendide rocce del Corno, le sue fratture, i suoi massi, le roccette e i canali ghiaiosi, fino a raggiungere la rampa di vetta. Per una descrizione della salita, si riporta qui di seguito la descrizione tecnica ripresa dal sito internet www.vienormali.it, debitamente adattata al nuovo posizionamento di cavi, scalini e scale, che in alcuni punti ne ha modificato il tracciato.
Si prende a destra (indicazioni “Via Danesi” e “Corno Piccolo”) risalendo un ripido canalino detritico al termine del quale (attacco della famosa Via Valeria al Campanile Livia) si scende qualche metro, si costeggia la base della parete W del Campanile Livia e si risale un altro canale detritico più lungo e faticoso (evidenti bolli bianco-rossi). Si continua scavalcando alcune costole rocciose e, oltrepassato un canalino, si rimonta un tratto di facili roccette (I+) proprio sotto il grande e tozzo monolito della Torre Cicchetti. Le rocce di questo tratto sono singolarmente caratterizzate da delle rigole molto marcate. Giunti su una cengetta, si svolta a destra rimontando alcune rocce e si risalgono alcune placche aeree. Dopo un breve traverso, si risale un canale, con qualche passo di facile arrampicata (I+/II) fino ad un masso incastrato, che ne ostruisce il fondo. Lo si supera direttamente sulla paretina alla sua sinistra (III – esposto; in precedenza si passava nello stretto buco sotto al masso stesso (II+, senza zaino). Un altro breve tratto di roccette (II-) porta alla forcella che separa la Torre Cicchetti dal Corno Piccolo (vista sulla cima).

Si scende alcuni metri sul versante opposto tra massi accatastati (molto esposto) e si risale ad un intaglio, dopo il quale un suggestivo passaggio in una fessura tra due enormi macigni, conduce ad un terrazzino (molto esposto). Lo si risale seguendo una larga fessura. Dopo aver percorso qualche metro in piano, si scende per una decina di metri sul versante W, si attraversano alcune costole rocciose e si raggiunge l’intaglio che divide il Monolito dalla cresta. Con l’aiuto di una corda fissa, lo si supera in spaccata e si risale la ripida paretina sull’altro lato. Al termine del cavo si risale una facile placca inclinata e in breve si perviene sulla stretta ed esposta cima del Corno Piccolo (q. 2.655m), che regala un magnifico panorama specialmente sulle vette del Corno Grande e, nelle giornate limpide, sul Mar Adriatico fino alla Croazia. La discesa si può effettuare per la via normale che, con passaggi di I e II conduce sul Sentiero Attrezzato Ventricini pochi metri sotto l’attacco della Via Danesi. (da: www.vienormali.it).

Di Paolo Filippini e Roberto Annibalini

 

HASTAG #abruzzovivo #abruzzovivoborghi #abruzzovivonelmondo #abruzzovivoarcheologia #abruzzovivoarteecultura #abruzzovivoborghi #abruzzovivocronaca #abruzzovivoenogastronomia #abruzzovivoeventi #abruzzovivoluoghiabbandonati #tabruzzovivomistero #abruzzovivonatura #Civitelladeltronto #abruzzovivopersonaggi #abruzzovivophotogallery #abruzzovivoscienza #abruzzovivoscrivevano #abruzzovivostoria #abruzzovivoterremoto #abruzzovivotradizioni #abruzzovivoviaggieturismo #abruzzovivovideo #abruzzovivomarcomaccaroni






Potrebbe interessarti
Abruzzo la regione più verd...
Convivere con l’orso a Lec...
La città di Pineto operator...
Ottomila anni di agricoltura...
Caccia: ‘no a cervi e ...
Allarme Wwf su tartaruga ame...
Hotel Sport Daniel - Pescasseroli

Autore
Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

Lascia il primo commento

Lascia un commento