Gli operai scavano per realizzare il raddoppio della rete idrica e scoprono una necropoli alle porte di Lecce nei Marsi. Sul posto erano già presenti due archeologi. Proprio nel comune del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si trova un villaggio neolitico tra i più antichi del centro Italia e tutta la zona è attenzionata da tempo dalla Soprintendenza, proprio per la sua ricchezza storica
Come previsto dalla normativa vigente, quando è stato aperto il cantiere dal Comune di Lecce nei Marsi sono arrivati anche degli archeologici per supportare le operazioni di scavo e monitorare ciò che accade.
«Gli scavi che stanno facendo solo molto profondi», precisa il sindaco di Lecce nei Marsi, Augusto Barile, «mentre stavano lavorando gli operai hanno scoperto una prima tomba e subito gli archeologi hanno confermato che si trattava di un luogo di sepoltura. Non ne sappiamo ancora molto, perché bisognerà approfondire e capire quante tombe ci sono. Mi auguro che vengano fatti degli appositi studi che possano anche permetterci di valorizzare questa necropoli e renderla magari visitabile in un futuro».
Dal primo saggio che è stato effettuato nel cantiere, sarebbero cinque le tombe riemerse, tutte ordinate e ben disposte, e uno scheletro posizionato a terra all’interno di una di queste. Non si sa ancora a che età appartengano, se sia presente un corredo accanto allo scheletro rinvenuto e se ve ne siano altre della stessa natura e nella stessa area. Dovranno esserci quindi degli approfondimenti che possano permettere agli studiosi di inquadrare le varie tombe e capirne di più.
A Lecce nei Marsi abbiamo il più antico villaggio neolitico del centro Italia, conclude il primo cittadino Barile, “auspichiamo che gli approfondimenti che verranno effettuati possano portare a nuove e importanti scoperte
#Il Centro
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