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Le gole del Salinello

 

Il fiume Salinello si origina da due rivoli: il Frassagno dal Monte Ciccone (1209 m) e il Salino dal Monte Farina (1240 m), ha una lunghezza di 42 km ed occupa il bacino idrografico abruzzese con un’area di 176 Kmq; attraversa la provincia di Teramo, terminando il suo percorso tra Tortoreto e Giulianova, sfociando nel Mar Adriatico.
Non è un fiume con ingenti portate, infatti ha un regime generalmente torrentizio e risente dei cambiamenti climatici stagionali, rimanendo quasi completamente asciutto nei periodi estivi, ma nonostante ciò raccoglie le acque di due torrenti immissari : il Rio e il Goscio.
Il suo percorso è molto tortuoso, specialmente nell’area settentrionale, il tragitto tende poi a riallinearsi lungo le gole, dove attraversa perpendicolarmente l’area dei Monti Gemelli e scava profondi alvei.

 

 

Le vertiginose Gole del Salinello separano la Montagna dei Fiori dalla Montagna di Campli e raccolgono tutte le acque superficiali che circolano nell’area tra in due massicci; ad oggi sono considerate una Riserva Naturale, per la particolare flora e fauna presente.
Le Gole del Fiume Salinello sicuramente si formarono quando le energie fluviali erano più elevate e il letto del fiume aveva una maggiore acclività. Le pendenze e la maggiore potenza idrica, favorirono la corrosione e denudazione dei versanti, così la valle si approfondì generando l’attuale gola: una valle costituita da pareti rocciose verticali o sub-verticali. La gola si sviluppa per 3 km e la distanza tra le due pareti rocciose arriva addirittura a circa 5 m, le rocce affioranti sono quasi completamente calcaree a differenza dell’area teramana, che è caratterizzata da materiale più più marnoso.
La formazione delle Gole del Salinello è cominciata tra 5 e i 2 milioni di anni fa (epoca Pliocenica), i complessi processi tettonici che diedero luogo alla formazione delle catene montuose, causarono la compressione e la rottura delle rocce ed incrementarono la pendenza del fiume, accrescendo i processi erosivi. La dissoluzione dell’acqua sulle rocce scavò cavità sotterranee e la potenza idrica assieme all’urto dei materiali detritici trasportati, causò l’arretramento delle sponde. A confermare ulteriormente l’intensa attività erosiva, vi è la cascata del Salinello, l’erosione differenziale di rocce a diversa resistenza, diede vita ad uno “scalino” dal quale le acque scendevano in caduta libera. La caduta delle acque generò dei vortici e l’elevata turbolenza alla base della cascata, generò l’arretramento dello “scalino” fino al raggiungimento dell’attuale morfologia.

 

 

Se si attraversa il tratto delle gole, si potranno notare tutte queste strutture carsiche, in particolare spiccano le diverse cavità presenti sulle pareti rocciose, che sembrerebbero essere delle risorgenze fossili: indicano come il fiume abbia scavato anticamente i versanti nell’era pliocenica e rappresentano il livello base delle acque sotterranee circolanti nelle Montagne Gemelle. La Grotta più importante e la prima che si nota attraversando il percorso delle Gole, è quella di Sant’Angelo, che si presenta con un’ampiezza di circa 40 metri e 30 m di altezza, comunica con altre cavità e presenta sulle pareti diversi cunicoli carsici. Oltre alla Grotta di Sant’Angelo, ci sono altre due grotte di particolare rilevanza: Santa Maria Scalena e San Marco. Queste grotte, successivamente alla loro formazione, sono state intaccate dall’attività antropica che ha trasformato queste ampie cavità, rendendole dei veri e propri eremi. Le grotte e le numerose piccole cavità, sono il risultato dell’azione erosiva del Fiume Salinello e delle acque sotterranee che provengono dalle zone sommitali, testimoniate dalla presenza di colature e gocciolamenti sulle pareti delle grotte.
Attualmente sembra esserci una inversione di drenaggio, le risorgenze carsiche lungo le Gole sono praticamente inattive e la diminuzione di portata del fiume è incrementata dalle infiltrazioni carsiche al di sotto dell’alveo. L’area delle Gole del Salinello è percorribile tramite dei sentieri ben attrezzati. Si oltrepassa il paese di Ripe di Civitella, prendendo la strada per la frazione di Ripe Alta fino a giungere ad un ampio parcheggio. Da qui si può prendere un sentiero che scenderà verso le Gole. Si potrà compiere un percorso più tranquillo seguendo la gola fin dove è possibile, facendo una piccola deviazione per la Grotta di Sant’Angelo proprio all’inizio del percorso oppure deviare per un tragitto più impegnativo e adatto solo ai più esperti, con la visita delle grotte di Santa Maria Scalena e San Marco.


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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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