Tratta da Altra Terra di Lavoro
Si narra che un tempo, a Civitella del Tronto, vivesse una Gigantessa. Non sappiamo chi fosse, né come abbia vissuto la sua, breve, vita. Tutto ciò che sappiamo, ad oggi, di lei è ciò che veniva raccontato in paese, almeno fino agli anni Settanta. Perché ciò che accade nell’estate di quell’anno fece assumere alla leggenda qualcosa di reale, e spaventoso.
Nel 1971 era in corso una missione di scavo vicino la Grotta di Sant’Angelo. Gli archeologici teramani Waletr Mazzitti e Delfino Fregonese, insieme agli altri della squadra rinvennero lo scheletro gigantesco di una donna alta circa 2.10 metri, con le braccia incrociate sul petto. Sotto la nuca c’era una grande pietra, e sorreggeva con la mano sinistra una sbarra di ferro e rame, dall’ estremità uncinata e avvolta in una rete metallica. Lo scheletro risale probabilmente al periodo compreso fra il 1100 e il 1200 d.C.
Inoltre Nella tomba furono ritrovati filamenti di capelli di colore rosso. Ma furono le scoperte e gli esami successivi a rendere la scoperta inquietante: la gigantessa di Civitella, che aveva un’età compresa fra i ventidue e i venticinque anni, presentava il cranio sfondato, segno di una morte violenta e feroce.
Ancora oggi, l’oggetto che reca in mano rimane avvolto nel mistero e gli archeologi del sito di grotta Sant’ Angelo non riescono a classificarne l’impiego: Si tratta infatti di una delle cavità rupestri più interessanti dell’intera preistoria italiana
Tuttavia, il mistero della gigantessa non è il solo ad infestare il Borgo. L’intera area, infatti, è teatro di misteri e leggende. Fra i luoghi maggiormente infestati ci sarebbero La fonte vecchia, attorno la quale si aggirerebbero i lupi mannari, il pozzo dei suicidi e la Fortezza spagnola.
Fonte: Abruzzo Forte e Gentile
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