La richiesta a seguito della sentenza dello scorso ottobre, con la quale il giudice ha attribuito il 30% di colpa ai morti nella palazzina di via Campo di Fossa
Il Comune dell’Aquila chiede i soldi alle famiglie delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 a seguito della sentenza dello scorso ottobre, che ha suscitato sdegno in tutta Italia, con la quale il giudice del Tribunale civile ha attribuito il 30% di colpa ai morti nella palazzina di via Campo di Fossa 6/B perché hanno avuto una “condotta incauta di trattenersi a dormire” in casa. E i familiari delle vittime si risentono e protestano indignati.
I familiari delle vittime, nel procedimento per la richiesta di danni, avevano tirato in ballo anche il Comune dell’Aquila perché “aveva rilasciato il certificato di abitabilità dell’edificio, nonostante le difformità” tra il fabbricato realizzato e quello progettato. Il giudice, nella sentenza in cui ha condannato a risarcire i ministeri della Infrastrutture e dei Trasporti e dei Lavori Pubblici, ha invece “assolto” il Comune dell’Aquila che, costituito in giudizio, ha contestato “la propria responsabilità per il crollo, osservando che le verifiche demandate all’Ente comunale ai fini del rilascio del certificato di abitabilità avvenuto in data 3 settembre 1964, avevano carattere prettamente urbanistico e igienico-sanitario, ma nulla che attenesse alla stabilità e idoneità costruttiva dell’edificio” che, secondo il Comune, è da imputare “al tecnico progettista e autore dei calcoli dell’edificio”. Tesi sostanzialmente accolta dal giudice che ha escluso la responsabilità del Comune e ha condannato i ricorrenti, quindi le famiglie delle vittime, alla “rifusione delle spese di lite“, per 13.430 euro, in favore del Comune che, nello stesso procedimento, dovrà invece pagare altre spese di lite nei confronti degli eredi del tecnico progettista.
@ADN Kronos
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