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Il fantasma della giovane Sharan e il castello Chiola

Sorge arroccato sulla cima del colle su cui sorge il borgo antico di Loreto Aprutino. La costruzione si presenta molto stratificata e alterata in seguito alle numerose modifiche subite negli ultimi secoli. La facciata, maestosa, è dominata dal portale ad arco, sormontato da un grande balcone, sopra il quale si aprono le finestre neoclassiche. Entrando, un androne in salita immette nell’antico cortile con cisterna, abbellito da sculture e stemmi e oggi trasformato, grazie ad un’audace copertura in alluminio e vetro, in un luogo fruibile per il pubblico. All’interno le camere e le sale, totalmente restaurate, conservano elementi architettonici antichi come le volte a botte e a crociera. Il Castello Chiola è oggi una struttura alberghiera e congressuale, utilizzabile per riunioni, manifestazioni di prestigio e banchetti.

la presenza di una struttura fortificata nel punto in cui sorge il castello, è testimoniata da tempi remoti, addirittura dall’anno 864 d. C.; i primi documenti storici infatti, riferiscono che il sito, nel periodo altomedievale, fu un presidio Longobardo e successivamente, nel 1071, avamposto dei Normanni. In età basso medi-evale, dal XIII secolo, la struttura fu dimora di nobili famiglie feudali, dai D’Aquino, ai D’Avalos, ai Caracciolo, fino a diventare di proprietà della famiglia Chiola che qui visse dal 1843 al 1995. Proprio grazie ai Chiola il castello, che all’epoca versava in condizioni di fatiscenza, venne restaurato e trasformato nell’attuale palazzo dall’architetto Francesco Valentini, che ne attuò un’originale rilettura in chiave neo-cinquecentesca.

Al terzo piano del castello, secondo la leggenda, aleggia il fantasma di Sharan, la bella creola che si gettò dalla torre più alta del castello per sfuggire alle insidie del Conte Silveri. La bella Sheran chiama ogni notte perchè qualcuno venga a parlare con lei per liberarla. Un’altra leggenda racconta che a Loreto Aprutino si sia fermata la famiglia di San Tommaso d’Aquino di ritorno dalle crociate e che, proprio soggiornando nel Castello, il piccolo Tommaso abbia compiuto il “miracolo delle rose”. Da quanto si narra, Tommaso era solito riempire il suo grembiule con il pane preso dalla mensa di casa, di nascosto di tutti, per portarlo ai poveri bisognosi. Il domestico accortosi di ciò andò a riferire tutto al padre. Quest’ultimo si mise allora a seguirlo e un giorno lo fermò, gli chiese dove stesse andando e cosa portasse nel grembiule e lui con molta naturalezza rispose che portava rose e fiori e per dimostrare che stava dicendo la verità, allargò il grembiule e caddero a terra effettivamente rose e fiori.

 

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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