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Rocca Santa Maria

Cenni storici
Il Comune di Rocca S. Maria si identifica in un alto territorio montano posto a Nord – Ovest della Regione Abruzzo ,nelle vicinanze di quella zona del percorso dell’antica strada Romana “Salaria“ ,ove si incontrano i territori delle quattro Regioni Centrali Italiane ,Lazio,Umbria,Marche ed Abruzzo. Di forma geografica allungata ,l’area discende, sottesa da di Pizzo Di Moscio (Ovest), a quota 2411 mt.s.l.m.(quota massima) , verso il corso del fiume Tordino , per poi risalire fino alla cima del Monte della Farina (Est), a quota 1570 mt.s.l.m. . Da Nord a Sud l’altimetria del comprensorio Comunale sale dal corso del fiume Castellano ,a circa 900 mt.s.l.m. ,fino al monte Ceppo ,a circa 1500 mt.s. l. m., per riscendere sul corso del fiume Tordino ,all’altezza di Colle Cesetta, a 613 mt.s.l.m.(quota minima) . In massima parte il territorio ricade nel bacino idrografico del Tordino ,in piccola parte in quello del Castellano ed in parte piccolissima nel bacino del Salinello(zona monte della Farina). Il Comune di Rocca S. Maria si estende,quindi , nella regione piu ’ frastagliata e montuosa della Provincia di Teramo,confina con i Comuni di Valle Castellana,di Cortino e Torricella Sicura ed è determinato su due lati dai fiumi Tordino e Castellano. Ha una superficie di circa 61,23 Kmq.,con una popolazione di circa 850 abitanti , sparsi nell’esteso territorio ,come nella maggior parte dei Comuni dell’Abruzzo. Il Comune e’ formato da diversi villaggi e ville collocati a notevole distanza tra loro, il che contribuisce potentemente a rendere dispendioso uno sviluppo adeguato dei pubblici servizi. Il Comune di Rocca S.Maria sorge sui territori già di pertinenza di tre antiche Università Agrarie;Rocca S.Maria-Rocca Bisegna e Terra Morricana Montagna. Le fraz.ni ed i territori di Fustagnano-Imposte, di Martesi-Belvedere, di Colle Cesetta, di Tavolero-Force, di Canili, di Fiume, di Ciarelli-Sella Ciarelli-Coltrosino, di Paranesi, di Licciano, di Alvelli, di Cesa, di Tevere, di Castiglione, di Riano, di Forno e di Fioli appartenevano all’Antica Università Agraria di Rocca S. Maria. Le fraz.ni ed i territori di Faiete-Cona Faiete,di Pomarolo,di Serra,di S.Biagio e di Macchia S.Cecilia appartenevano all’Antica Università di Rocca Bisegna . Il territorio e la fraz.ne di Acquaratola apparteneva alla Università Agraria di Terra Morricana Montagna, che si estendeva anche sulla parte a Nord-Est dell’attuale territorio del Comune di Torricella Sicura. La prima prova storica sui possedimenti è rappresentata dall’esistenza del Catasto Onciario del 1753, in quanto tutti i documenti anteriori devono essere andati distrutti negli incendi, che si ripetevano nelle sedi Comunali che di volta in volta venivano ospitate nelle residenze dei sindaci pro-tempore . Nel 1670, a seguito di un editto del Preside Zunica contro il brigantaggio, furono demoliti e bruciati tutti i nuclei abitati di Rocca S.Maria. Sul territorio si incontrano alcuni siti ove è possibile rinvenire cumuli di pietrame da costruzione e resti di edifici.

Lo storico Niccolò Palma descrive le Università Agrarie di Rocca S. Maria e di Rocca Bisegna con origini addirittura anteriori alla Repubblica Romana. Esiste un monumento a S.Omero che comprova la costruzione ,nell’anno 637 di Roma,sotto il Consolato di Metello ,della strada Cecilia Metella che attraversava il territorio di Rocca S. Maria. Tale strada non apparteneva alla categoria di quelle congiungenti Roma con le varie Regioni Italiche,essa si diramava dalla strada Salaria all’altezza di Amatrice per ricongiungersi con la stessa strada consolare all’altezza della Val Vibrata. La costruzione di tale tratta – accorciatoia, può giustificarsi con la presenza di importanti villaggi oltre che con l’esistenza ,in zona,di grandi quantità di legnami . Il percorso della strada Romana,all’interno del territorio Comunale è quello che discende da Ovest da Pizzo Di Moscio a Colle Lungo fino a raggiungere il Ceppo per proseguire dietro l’odierno albergo “Julia” fino a raggiungere Colle Ceraso per poi discendere fino all’Ara Martese e proseguire fino a Sella Ciarelli per costeggiare il crinale-confine tra Rocca S.Maria e Valle Castellana e raggiungere Monte Ciccone e proseguire poi verso Colle S.Sisto (La Ciuffa di Bonifacio) , Castel Manfrino e le Gole del Salinello. In tutto il Bosco Martese sono presenti i segni dei cantieri boschivi e delle teleferiche usate ante e post il primo dopoguerra. Agli inizi del secolo XX° fu realizzata ,dalla ditta Sutter,una teleferica che dal Ceppo trasportava il legname fino all’attuale sito del Cimitero Comunale di Belvedere. La struttura a fune attraversava la vallata del “Rivoleto”,affluente del Tordino,con un salto di oltre 600 mt. di quota, all’epoca tra i più alti d’Europa. Ogni piccolo centro,fino ad un secolo fa’, prima dell’era moderna si caratterizzava come un comunità a se stante,con una sua originalità di organizzazione,con una sua economia,con proprie attività,legate alle risorse più emergenti del luogo. Anche gli scambi economici e culturali tra queste piccole comunità e con l’esterno più evoluto e distante della Provincia erano legati alle singole caratteristiche produttive.

Alcuni villaggi erano dediti all’industria boschiva,alcuni agli allevamenti di bovini, altri a quelli di ovini, altri ancora alla produzione agricola di cereali e quelli attraversati dai corsi d’acqua più importanti alla gestione di mulini ad acqua. In tutti i villaggi poi trovavano occupazione anche modesti artigiani (fabbri,sarti, maniscalchi, muratori,falegnami, mastri (produttori di selle per bestie da soma, fabbricanti di rudimentali macchine da trasporto a traino animale (carri-traie-traioni) ed anche,pochi,individui,un po’ letterati, che si occupavano di stime, conti, riconfinazioni, pensate e saggezza illuminante. I rapporti con l’esterno,Provincia e Stato,erano tenuti dai preti delle numerose piccole parrocchie e dai capi popolo rappresentati,come in ogni posto,da esponenti delle famiglie dominanti. L’esistenza prevedibile e ripetitiva di questi luoghi veniva turbata dagli eventi calamitosi e, piu’ anticamente, dalle scorrerie dei briganti che trovavano tranquillo e vantaggioso rifugio in questa zona, posta a cavallo del confine tra il Regno Delle Due Sicilie e lo Stato Pontificio. E’ d’obbligo citare “Marco Sciarra” Il Re Della Campagna”,nativo della fraz.ne Castiglione e suo nipote Sante Di Giovanni Giacomo”Santuccio Da Froscia”,nativo della frazione Cesa che,per un lungo periodo del 1550-1600,capeggiarono una fortissima ed impavida orda di briganti. Le loro gesta,riportate in molti libri di storia Abruzzese,Marchigiano e laziale. Singolare ed interessante e’ la fonte che li descrive alleati della Serenissima Repubblica di Venezia nella guerra contro i Turchi ed inorgoglisce sapere che invinti, sfuggirono alla cattura numerosissime volte per andare a concludere le loro battaglie in oriente ed in mare. Uno storico marsicano parla addirittura di Santuccio insignito di un titolo onorifico della” Serenissima”

Idrogeologicamente il territorio e’ formato da marne argillose,intercalate a strati di roccia arenaria “Formazione Della Laga” che lo caratterizzano con impermeabilità del sottosuolo e presenza di falde acquifere superficiali,con un numero altissimo di piccole sorgenti emergenti fin dalle quote piu’ alte. Negli ultimi 50 anni,a causa di derivazioni idroelettriche,la portata dei corsi d’acqua e’ stata molto ridotta con qualche problema per l’eco-sistema. Particolare e’ la presenza di una canale di gronda,che a 1350 mt. di quota raccoglie e deriva una grande quantità di acqua potabile per addurla al Lago di Campotosto. Lungo gli alvei fluviali sono presenti molti ruderi di vecchi e piccoli mulini ad acqua. Dal punto di vista agro-silvo-pastorale il territorio e coperto da boschi rigogliosi di abeti,faggi,querce,cerri,pini e pioppi per l’estensione di oltre 30 Kmq.,per circa 15 kmq.di pascoli di alta quota e per circa 16 kmq.da seminativi. Tutta la zona altimetricamente più elevata,ad ovest,presenta caratteristiche naturalistiche di altissimo pregio,tra le più suggestive del mondo,la foresta del”Bosco Della Martese”. In essa sono presenti una grande quantità di biotopi,di erbe officinali rare,di funghi di varie specie e della migliore qualità ,abbondano i frutti del bosco quali fragole,mirtilli e lamponi,sono numerose le sorgenti che prima di raggiungere il Castellano disegnano tutta una scenografia di cascate e giochi d’acqua naturali. In essa vive una fauna autoctona tra le più rare dell’appennino che si e’ salvata grazie anche alla presenza dell’uomo che,grazie a Dio, continua,seppure in minor numero,a vivere ed ad operare in questi luoghi che, seppure toccati dal progresso, non sono mai diventati di moda per una società consumistica che ipnotizza gli individui e li fa sentire appagati solo quando non devono pensare o possono sentirsi emuli degli idoli di massa.

Il Bosco Della Martese” assorse agli onori della cronaca nel 1943 per essere stato il teatro della prima sollevazione partigiana italiana contro il Nazi-Fascismo,morirono in quei giorni molti giovani,due monumento ed alcune lapidi ricordano in quei luoghi il loro sacrificio. Negli ultimi anni ,la motorizzazione ed il conseguente facilitazione degli spostamenti hanno fatto scoprire le amene risorse ambientali della zona ed,in qualche modo, è nato anche un interesse verso lo sviluppo del settore turistico La recente istituzione del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti Della Laga, incentiva ulteriormente lo sviluppo del turismo ambientale. In questo contesto sono ubicate 24 centri abitati che gravitano,in maniera radiale, tutte intorno al Capoluogo Imposte, vero e proprio centro direzionale. Quasi tutti questi nuclei necessitano di opere di miglioramento ed adeguamento delle strutture di urbanizzazione primaria per rendere meno difficoltose le condizioni di vita degli abitanti rimasti, che rappresentano anche l’ultimo ceppo di popolazione autoctona ove far attecchire le speranze di una ripresa economica in grado di conservare e valorizzare la cultura ,gli usi ,la storia e le risorse dell’alto territorio della Laga.

Goffredo Rotili

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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