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La Cattedrale di San Pelino

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Sulle tracce della storia per valorizzare il futuro del territorio. Da scavi archeologici a parco integrato. È il caso di Corfinio, l’antica capitale della Lega Italica durante la guerra sociale contro Roma nel 91 a.C., che continua a restituire preziose testimonianze di un importante passato, capace di stupire ed emozionare anche quando sembra che il percorso a ritroso sia già delineato L’ETERNO fascino dell’antico.

Interrotte alla fine degli anni ottanta del Novecento, sono ricominciate lo scorso autunno le indagini archeologiche, nell’ambito di un complesso progetto pluriennale, fatto di studi e scavi (per due mesi l’anno) che consente di allungare lo sguardo al turismo culturale, con itinerari all’interno di un parco archeologico, comprendente museo, biblioteche, laboratori di restauro. Interessante iniziativa che vede in sinergia Comune, Ministero, Soprintendenza per i Beni Archeologici d’Abruzzo, Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e Diocesi. Tra i responsabili del progetto la professoressa Maria Carla Somma, docente di archeologia medievale nell’Ateneo dannunziano. Un laboratorio di studi sul campo, ghiotta opportunità per molti universitari dell’ateneo abruzzese, che potranno incrementare il proprio bagaglio di esperienze e pelino-2conoscenze confrontandosi con lo scavo vero e proprio. Teatro della nuova intensa campagna 2014, al suo esordio, è l’area alle porte del paese, identificata dall’età tardo antica con il toponimo di Valva, un punto strategico in cui si possono ricostruire vicende legate sia alla Corfinium romana sia tardo antica e alto medievale, fino alla realizzazione della basilica di San Pelino. Il recupero e il riesame dei materiali archeologici rinvenuti negli interventi precedenti viaggiano al fianco di nuove ricerche tese a capire le trasformazioni urbanistiche dell’antico paese dall’Età classica al Medioevo. Focus degli scavi su tre aree: una comprendente la cattedrale valvense, per cui lo scopo è completare le indagini nella zona intorno all’edificio ro manico, tra i più importanti d’Abruzzo, in cui insistono necropoli tardo antiche, la Cappella di Sant’Alessandro e la torre di guardia. La seconda località è nota come Campus, per accertare testimonianze che riconducessero a uno spazio aperto utilizzato per l’addestramento militare. Terza area di indagine è quella dedicata a Sant’Ippolito, più distante dall’abitato di Corfinio, in cui si ipotizza un luogo di culto paleocristiano. Gli scavi, nell’area caratterizzata da monumenti funerari e da una serie di sepolture più modeste, sono importanti per capirne l’eredità post classica, quando sui resti dell’antica capitale italica nacque un nuovo centro. Si è sempre cercato, in sostanza, di concentrarsi sulla città romana, mentre, con le indagini archeologiche dei mesi scorsi si è fatta strada la valorizzazione della zona retrostante la cattedrale. Spostando, infatti, l’attenzione dall’epoca romana a quella medievale, sono emersi elementi che lasciano ipotizzare la presenza di un edificio episcopale, che avrebbe modificato l’assetto paesaggistico della città. I secoli bui, dunque, affermano la presenza di Valva, da sempre identificato come un territorio. Il complesso valvense odierno è legato all’opera del vescovo di Valva e abate di San Clemente a Casauria, Trasmondo, alla fine dell’XI secolo, come spiega la professoressa Somma in un’intervista video. Dalle indagini (ancora in corso) è stato possibile rinvenire tracce che racconterebbero la costruzione del lungo cantiere e sotto la stratificazione, legata alla struttura medioe vale, è emerso un grande edificio medioevale a impianto rettangolare, che, secondo la docente, sulla base delle dimensioni e della posizione si è proposto di identificare con la figura dell’episcopio altomedievale. L’assenza, al momento, di ulteriori elementi non permette di capire la forma e l’ubicazione della Basilica, che, dunque, sarebbe esistita almeno dal v secolo, ristrutturata, poi, probabilmente in età altomedievale.

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Al di sotto delle strutture romaniche in parte ricoperte. “È straordinario il racconto storico che ne emerge. Significa che nelle vicinanze della cattedrale, nella sua parte tardo antica e altomedievale ci sono segni importanti di insediamento che riusano le strutture più antiche, come il cosiddetto recinto o campus in quanto già fortificate. L’unicum archeologico che si profila nella ricostruzione diventa quindi di grande interesse anche per capire le fasi dello sviluppo storico dell’intero territorio” ha commentato il sindaco di Corfinio, Massimo Colangelo. Il quale, nel ricordare “i flussi notevoli di visitatori registrati nelle diverse aree di indagini”, ha aggiunto che questo progetto di recupero è “un’esperienza che si sta rivelando importante. Dal punto di vista della ricerca e della formazione intende avviare rapporti di collaborazione con le università, proponendosi come una sorta di campo scuola che vede direttamente coinvolti giovani archeologi e studenti universitari. Nello stesso tempo è un’occasione ulteriore per accrescere l’appeal turistico del territorio peligno. È giusto ricordare infine che attività di ricerca e testimonianze architettoniche risultano fondamentali alla crescita della consapevolezza storico- culturale delle popolazioni locali”. La cattedrale di San Pelino, conosciuta anche come basilica valvense, in quanto sede dell’antica diocesi di Valva, è situata a poche centinaia dal centro di Corfinio. Si tratta di uno dei monumenti romanici abruzzesi più importanti, le cui origini non sono ancora chiare. Probabilmente un primo edificio sarebbe sorto nel luogo in cui fu martirizzato il santo, intorno alla metà del IV secolo, poi danneggiato e ricostruito dal 1075 per volere del vescovo di Valva e abate di San Clemente a Casauria, Trasmondo. L’elemento più antico nel complesso, che comprende la basilica, è l’Oratorio di Sant’Alessandro (dedicato al papa ne accolse le spoglie, poi traslate) a cui si accede dalla navata destra della chiesa. Dedicato al papa ne accolse le spoglie, poi traslate.

Credits: abruzzoappennino.com         Foto: Luca Del Monaco

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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