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Le feste dei Mori e dei Cristiani

ottomani

La memoria di un episodio traumatico consumatosi sul litorale abruzzese nell’estate del 1566, quando i soldati ottomani devastarono le città rivierasche di Francavilla, Ortona e Vasto situate sulla costa adriatica, al confine tra le regioni di Abruzzo e Molise. Vasto vanta un passato importante, legato soprattutto alle famiglie feudali che la governarono.

Dopo i Caldora, signori in età angioina, furono i d’Avalos, giunti nel regno di Napoli sul finire del XV secolo, a unire il proprio nome per tutta l’età moderna al marchesato del Vasto., e il ricordo della sensazionale vittoria riportata dalla flotta della Lega Santa sulle navi della Sublime Porta il 7 ottobre 1571 a Lepanto. Fu una battaglia navale che ebbe luogo il 7 ottobre 1571 e che contrappose la Lega Santa (Monarchia spagnola, Ducato di Savoia, Papato e le Repubbliche di Venezia e Genova) contro l’impero Ottomano. La vittoria cristiana pose un freno all’espansione ottomana in Occidente., costituiscono il retroterra storico di  (*) due importanti feste che ancora oggi si celebrano nella provincia di Chieti: la Festa della Madonna del Rosario a Tollo (nota anche come la Madonna della Vittoria o dei Turchi) e la Festa di Santa Margherita a Villamagna (conosciuta anche come la Battaglia dei Saraceni). Alcuni studiosi suggeriscono addirittura che in origine la maestosa festa dei Banderesi di Bucchianico (Chieti) – in cui si rievoca la resistenza della cittadina avverso le truppe del capoluogo – e la suggestiva cerimonia delle Farchie di Fara Filiorum Petri (Chieti) – in cui si commemora un miracoloso respingimento dell’esercito francese avvenuto nel 1799 – rievocassero anch’esse i fatti accaduti nella seconda metà del Cinquecento. La leggenda narra che a quel tempo i Turchi, dopo aver saccheggiato il litorale a sud della fortezza di PescaraImportante porto e centro di commerci sull’Adriatico, Pescara fu in età moderna una fondamentale piazzaforte costiera del regno di Napoli, più volte sottoposta agli attacchi di Turchi e pirati.

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Rievocazione a Tollo

Fu feudo sin dall’epoca aragonese della famiglia d’Avalos, legata da rapporti di parentela con i precedenti feudatari, i d’Aquino, siano approdati alla foce del fiume Foro e di lì siano risalti verso Tollo e Villamagna per far bottino. Ad attenderli, però, avrebbero trovato la strenua resistenza delle milizie cristiane che, grazie agli interventi provvidenziali della Madonna del Rosario e di Santa Margherita, li avrebbero respinti e indotti alla conversione. La festa della Madonna del Rosario si tiene ogni anno a Tollo durante la prima domenica di agosto. Attorno a mezzogiorno, in Piazza Umberto I, dove in precedenza è stata allestita un’imponente Torre in legno, va in scena un’estenuante battaglia in costume tra i difensori cristiani asserragliati nel bastione (vestiti di bianco con una croce rossa sul petto) e gli invasori turchi (che indossano un abito rosso con la mezzaluna dorata).

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Rievocazione a Villamagna

Lo scontro, dopo una serie di assalti, si risolve in favore degli assediati, grazie all’intercessione miracolosa della Madonna del Rosario. Tra le armi a disposizione dei contendenti, oltre alle spade e alle scimitarre, sin dalla fine dell’Ottocento figurano anche dei pentoloni pieni di acqua e spaghetti (a cui, in tempi più recenti, si sono aggiunti anche i cocomeri). Uno scontro analogo si svolgeva all’inizio del secolo scorso a Villamagna, l’ultima domenica di agosto, in occasione della festa di San Domenico. Qui, a differenza di Tollo, però, gli aggressori (identificati stavolta con i Saraceni) procedevano all’assalto della Torre con una “macchina” scenica a forma di nave. Ancora oggi, invece, il 13 luglio a Villamagna si commemorano (con figuranti in costume e a cavallo) le gesta di Santa Margherita: nel XVI secolo, la Santa avrebbe salvato la cittadina, sbarrando la strada agli invasori Saraceni con una trave di fuoco

(*) Le uniche descrizioni delle feste di Tollo e Villamagna a nostra disposizione risalgono alla seconda metà dell’Ottocento e ai primi anni del Novecento. Esse sono state stilate dai più famosi folcloristi abruzzesi (Gennaro Finamore, Antonio De Nino, Tommaso Bruni) e da alcuni viaggiatori stranieri. Di conseguenza, non siamo in grado di accertare se tali feste siano state celebrate anche nei secoli precedenti. Allo stesso modo, non abbiamo gli strumenti per verificare se i fatti locali a cui fanno riferimento le manifestazioni di Tollo e Villamagna siano mai accaduti: non sappiamo, in altre parole, se tali cittadine siano state davvero oggetto di attacchi da parte degli Ottomani. È probabile, quindi, che qualche erudito, magari vissuto nell’Ottocento, abbia pensato di adattare alla dimensione cittadina il tema della Battaglia di Lepanto, facendo leva sul ricordo della precedente invasione turca del territorio abruzzese (1566), senza troppo curarsi della veridicità dei fatti raccontanti e del profilo storico dei protagonisti.

Credits:  Gruppo di studiosi dell’Università degli Studi di Teramo che lavorano al progetto EnBach – Università degli Studi di Teramo

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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