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Silvi paese e il suo belvedere

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Silvi Paese o Silvi Alta è il centro storico del Comune di Silvi. Il paese è situato su un colle di 243 metri s.l.m. e domina tutte le vallate del torrente Cerrano e del Fosso Concio. Inoltre offre un Belvedere con vista sull’Adriatico da Ancona alle Isole Tremiti, e sul Gran Sasso.

Le origini del Borgo risalgono al Medioevo, più precisamente nasce nell’Alto Medioevo e viene fondato da un gruppo di pescatori che si spostano dal villaggio costiero Macrinum o Silva, sul colle promontorio che si tuffa sul mare.
Tra i monumenti più importanti si possono ricordare la Chiesa di San Salvatore, costruita intorno al 1100 in onore del primo protettore di Silvi; la Chiesa di San Rocco, costruita nel XVI secolo come cappella rurale; la Cappella della Madonna dello Splendore, lungo la strada che da Silvi marini conduce a Silvi Paese.
Oltre a questi edifici religiosi sono presenti anche una moderna fontana novecentesca, la medievale Locanda del Frate e i pittoreschi archi che circondano il borgo.
Una tradizione, nata nel XVI secolo, legata alle terribili vicende dei predoni turchi, è quella del Ciancialone. Si festeggia l’ultima domenica di maggio a Silvi Paese e impegna tutto il paese nell’allestimento di un grosso cilindro costituito di canne legate tra loro, alto fino a dieci metri. Issato verticalmente nella piazza principale e acceso, richiama attorno una folla festante che danza e festeggia fino allo spegnimento del ciancialone.

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Chiesa del SS.Salvatore a Silvi Paese

Silvi (Teramo) è costituita da due nuclei distinti; il centro storico, Silvi Paese, si trova su una terrazza a m.242 s.l.m. prospiciente il Mare Adriatico, di cui si gode una vista stupenda, mentre la parte moderna, semplicemente Silvi, si sviluppa lungo la riviera adriatica. Sulla piazza principale si affaccia la Chiesa del SS.Salvatore. Di origine medievale (XII sec.), ha oggi una moderna facciata in laterizio, posta sul fianco destro dell’impianto originario, e presenta tre portali, di cui quello centrale più grande, con archi a tutto sesto. Di fianco all’ingresso secondario è ancora visibile, ancorchè tompagnato, il bellissimo antico portale d’ingresso trecentesco ad architrave piano sormontato da lunetta decorata. Alla facciata è poggiata la torre campanaria a base quadrata risalente all’inizio del Settecento cui nel 1951 venne aggiunto l’orologio del 1843 che in precedenza si trovava nella fatiscente chiesa di S.Antonio, successivamente crollata. L’interno è a navata unica, con la zona presbiteriale separata dal resto da un arcone sorretto da due colonne rotonde. Vi sono custoditi il busto reliquiario ligneo di S.Leone Martire, protettore di Silvi e due acquasantiere ricavate da due capitelli medievali. Poco distante è la cinquecentesca Chiesa di S.Rocco.

 

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La Chiesa di San Rocco

Questa piccola chiesa si trova a Silvi Paese, frazione di Silvi (TE), e ne costituisce la sua parte antica (e fino al 1931, era la sede comunale). La chiesa di San Rocco fu eretta nel XVI secolo e anticamente si trovava poco fuori le mura. Nel XIX secolo, con l’abbattimento delle mura e l’espansione del borgo portarono all’inglobamento della chiesa nel paese. La chiesetta fu completamente ristrutturata nel XIX secolo, forse dopo il 1884, quando un terremoto fece alcuni danni sulla costa abruzzese. Di originale la chiesa non ha conservato niente, chi ha un occhio attento noterà alcuni frammenti di affreschi (ormai in rovina). La statua di San Rocco è di fattura recente. Questo luogo di culto è aperto rarissime volte, solo il 16 Agosto e nel quarto weekend di Agosto (per la festa del santo) è sicuramente aperta.

 

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Lu ciancialone di Silvi

Il ciancialone è una fascina grandissima e cilindrica, alta anche dieci metri, ottenuta con l’intreccio di canne e altri legnetti preferibilmente di viti, che viene fatta bruciare in piazza durante la festa patronale.
Il rito è antichissimo, unisce la sacralità del fuoco propiziatorio, essenzialmente pagano, alla religiosità popolare in onore di S. Leone, che, come narra la leggenda, cacciò i turchi con il bagliore accecante di una grossa torcia accesa.
Il momento più coinvolgente è costituito dalla preparazione. E’ un rito che gli abitanti di Silvi paese si tramandano di padre in figlio: si stende a terra una fune, si sistema su di essa uno strato di canne, che sarà la parte esterna del ciancialone. Si continua con altre fascine, già raccolte in precedenza, poi si tira la fune e il materiale sistemato per terra comincia ad assumere la forma finale. Si aggiungono altre funi e si continua fino a quando il ciancialone non ha assunto la forma e la grandezza desiderate.
Il trasporto non è meno impegnativo della costruzione: occorre trasportare un peso di diversi quintali fino alla piazza della chiesa. La fatica e il caldo richiedono freschi beveraggi….un buon vino è quello che i più preferiscono!
Una volta in piazza, si mette in piedi il ciancialone con un gioco d’equilibrio delle funi. Si accende e il rito si conclude con alti bagliori che vanno verso il cielo, mentre intorno impazza il chiasso e la confusione della gente che gusta la porchetta, il vino e le noccioline.

 

 

Credits: www.iluoghidelcuore.it – www.paesiteramani.it – settembrataabruzzese

Panoramica dal Belvedere innevato di Silvi Paese di lupettozonzolante

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Informazioni su Marco Maccaroni 993 articoli
Classe 1956, innamorato di questa terra dura ma leale delle sue innevate montagne del suo verde mare sabbioso dei suoi sapori forti ma autentici, autore, nel 2014, del sito web Abruzzo Vivo

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